Bazoli annuncia la fine della sua avventura milanese

Non è un addio, perché per persone come lui, dedite al lavoro, gli addii non esistono. Ma è sicuramente un congedo dalle cariche più pubbliche ed esposte di una banca, come quella di presidente, quello che Giovanni Bazoli (nella foto), 83 anni, fondatore e attuale presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo, ha annunciato il 6 ottobre a Milano.

«La mia avventura milanese sta per finire» ha detto il banchiere e avvocato bresciano presentando i lavori di restauro conservativo della casa milanese di Alessandro Manzoni di Piazza Belgioioso, sostenuti interamente da Intesa, che si è fatta carica delle spese pari a circa 4 milioni di euro.

Un luogo dunque non casuale, sia per l’impegno dell’istituto ma anche considerando che «quando iniziai la mia avventura milanese andai proprio a visitare il posto in cui Manzoni scrisse i Promessi Sposi», ha raccontato il presidente.

Il passaggio del testimone, che conclude una carriera di oltre trent’anni, avverrà innanzitutto tramite la riorganizzazione della governance della banca e l’adozione del modello monistico.

Per quanto riguarda il rinnovo dei vertici, c’è chi ipotizza per Bazoli una presidenza onoraria dell’Istituto, anche se nelle bozze circolate in questi giorni questa nomina non sarebbe prevista. In ogni caso, la settimana prossima si chiuderanno i lavori per la stesura del nuovo statuto, poi si passerà al confronto tra gli azionisti sui nomi, tra i quali quello del consigliere delegato Carlo Messina che al momento sembra essere l’unico blindato. 

Per il futuro del gruppo Bazoli non esclude inoltre un’espansione all’estero, anche per acquisizioni, se ci saranno le opportunità, mentre le voci di una maxi fusione in Italia con Unicredit e Mps «non stanno né in cielo né in terra», sia perché in Italia «ci siamo molto rafforzati» in questi anni e poi «c’è anche una ragione» di natura concorrenziale «che ci porta a dire che non possiamo» farlo. 

Quanto alla vendita di Rcs Libri a Mondadori, Bazoli commenta: «Non ho responsabilità su questa decisione perché non siedo in consiglio» e «sono contento di non aver avuto responsabilità». «Continuerò a leggere i libri — aggiunge — anche perché mi pare che sia una prassi e una tradizione della casa Mondadori di lasciare una totale libertà ai propri autori e di rispettare le caratteristiche delle varie case editrici che prima ancora della Rizzoli sono state assorbite».

 

Noemi

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