Cdp firma un accordo con il fondo kazako e guarda alle infrastrutture

ROMA
Cassa depositi e prestiti rafforza la sua presenza nel settore delle infrastrutture. I numeri sono contenuti in un report che sarà illustrato domani dal ceo Fabio Gallia, nel corso dell’Infrastructure day, organizzato da Borsa italiana a Milano. E parlano di un ruolo nuovo per Cdp: non solo attività di finanziamento a beneficio della Pa, ma una forte spinta sui finanziamenti diretti alle imprese e sull’attività di anchor investor, per stimolare l’attrazione di nuovi capitali.
Tradotti in cifre, questi principi sono già diventati numeri importanti, destinati ad aumentare. Nel primi diciotto mesi dall’entrata in azione del piano industriale 2016-2020, fino al primo semestre del 2017, Cassa depositi e prestiti ha concesso finanziamenti per circa sette miliardi di euro, relativi ad investimenti volti a favorire lo sviluppo infrastrutturale. In totale, grazie all’effetto leva, sono state mobilitate risorse stimabili in circa 14 miliardi. E questo ha portato l’impegno complessivo nel campo delle infrastrutture a quota 95 miliardi. Durante tutto l’arco di piano, Cdp mira a soddisfare circa il 30% del fabbisogno infrastrutturale del paese.
La quota più importante di questo stock riguarda gli 82 miliardi di finanziamenti indiretti alle pubbliche amministrazioni per spese, investimenti e forniture di interesse nazionale. Il resto, pari a circa tredici miliardi, sono i finanziamenti diretti di Cdp a progetti e imprese nel settore infrastrutturale: il 57% riguarda i trasporti, il 31% le utilities, il 5% l’energia, il 3% le tlc. Queste risorse, mobilitate attraverso tutte le forme tecniche (mutui, sottoscrizione di bond, garanzie) saranno ancora potenziate in futuro. L’intenzione, insomma, è impegnarsi sempre di più in operazioni come l’Interconnector Italia-Francia, la nuova linea elettrica che connetterà i due paesi, sulla quale Cdp poche settimane fa ha investito 113 milioni di euro.
In questa nuova linea strategica ha giocato un ruolo importante lo status di Istituto nazionale di promozione, attribuito a Cdp dal Parlamento nel 2015. Cassa depositi e prestiti, cioè, non si limita ad essere finanziatore o investitore, ma agisce come promotore di nuovi progetti e attività, mettendo a disposizione degli operatori un ampio range di strumenti. Ha così ampliato l’attività di advisory a favore della Pa per la programmazione e progettazione degli investimenti. Ha rafforzato il ruolo di anchor investor, finalizzato ad attrarre investitori. Ha favorito interventi di ottimizzazione del settore delle risorse pubbliche nazionali ed europee. Ha contribuito a rendere il mercato finanziario infrastrutturale più attrattivo, intervenendo nei settori a fallimento di mercato. Ha promosso e finanziato i maggiori progetti infrastrutturali del paese, come il Passante di Mestre e la terza corsia della A4.
Parlando di equity, nel settore infrastrutturale Cdp detiene quote in società strategiche: Cdp Reti, che ha in pancia il 30% di Snam, il 26% di Italgas e il 30% di Terna; Open Fiber, società posseduta al 50% pariteticamente da Cdp (tramite Cdp Equity) ed Enel per la realizzazione della fibra ottica in 270 città italiane. Ha, poi, investito circa 600 milioni di euro in partecipazioni in fondi equity dedicati allo sviluppo delle infrastrutture. Impegnandosi in veicoli come F2i, Marguerite, Eeef (Fondo europeo per l’efficienza energetica), Inframed. Gli investimenti totali di tutti gli azionisti in questi fondi ammontano a 4,5 miliardi di euro.

SHARE