Lazard advisor della Lega Calcio sulla cessione dei diritti tv. I fondi in lizza

E’ Lazard l’advisor finanziario della Lega Serie A nella valutazione delle proposte che stanno arrivando da vari operatori di private equity e investment groups, interessati a dare vita a una partnership nella media company che l’associazione dei venti club intende costituire per vendere i diritti tv e valorizzare il brand, in Italia e nel mondo.

La decisione, secondo quanto riferiscono diverse fonti vicine alla situazione, è stata adottata ieri pomeriggio dal Consiglio di Lega.

Sul dossier, Lazard ha messo in campo una squadra di top player dell’investment banking, formata dal ceo Marco Samaja (nella foto), dal deputy ceo Igino Beverini e dal managing director Alessandro Foschi, completata da Carlo Gallovich e Federico Bertolini.

Martedì scorso l’assemblea di Lega aveva assegnato al presidente, Paolo Dal Pino, il mandato per proseguire il dialogo con i fondi interessati, in modo da ottenere proposte concrete entro la fine di luglio.

Scaduta l’esclusiva con Cvc Capital – che pare non aver gradito il tentativo di trasformare l’operazione in un’asta competitiva (il numero uno dell’ufficio italiano, Giampiero Mazza, non ama i processi che non lo vedono interlocutore privilegiato), la corsa per partecipare al deal va affollandosi.

Secondo quanto riferiscono le fonti, si sono fatti avanti Bain Capital (affiancata da Nomura), Advent International, Fortress Investment Group e Cinven. Alla porta di Dal Pino avrebbe bussato anche Tpg Capital. Non è escluso un coinvolgimento di Fsi, unico investitore targato Italia: Maurizio Tamagnini sarebbe stato chiamato a partecipare da qualche presidente di club, desideroso di vedere almeno un soggetto tricolore prendere parte alla contesa.

La base di partenza è la proposta di Cvc, ovvero la creazione di un veicolo in cui far confluire i diritti tv della Serie A per i prossimi dieci anni. Mazza aveva messo sul piatto 2,2 miliardi per il 20% del veicolo.

La scelta della Lega di affidarsi a un advisor finanziario, però, apre le porte a ogni tipo di soluzione e, soprattutto, punta a massimizzare l’incasso.

Non va dimenticato che inizialmente la Lega aveva pensato di rivolgersi a soggetti specializzati in private debt, strutturando l’operazione come un prestito. E si erano fatti avanti Gso Capital Partners, braccio di Blackstone nei deal di debito, Kkr e Tikehau. La strutturazione dell’operazione come prestito consentirebbe di aggirare lo scoglio che riguarda la titolarità dei diritti tv, che non fanno capo alla Lega, bensì ai singoli club. L’ostacolo è superabile ricorrendo alla soluzione del veicolo esterno a cui conferire i diritti. Ed è questa la soluzione verso cui si sta andando.

 

Noemi

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