Nasce la nuova spac Crescita

Una nuova Spac,  cioè una special purpose acquisition company arriva sul mercato italiano. Il nome è “Crescita” e a promuoverla sono stati professionisti, imprenditori e manager del settore finanziario quali Massimo Armanini,  professionista con una esperienze in Ubs e Deutsche Bank, Cristian D’Ippolito, Marco Drago, De Agostini e di Dea Capital, Antonio Tazartes, fondatore e amministratore delegato di Investitori Associati e Alberto Toffoletto, senior partner dello studio Nctm.

Affiancata da Banca Imi quale global coordinator e book runner, Crescita punta a quotarsi in Borsa il prossimo mese e a raccogliere sul mercato Aim Italia circa 100 milioni di euro.

Il target, come è di consuetudine per questo tipo di socioetà, consiste in società di medie dimensioni, con un equity value indicativamente tra 150-400 milioni di euro pre-business combination, e con un potenziale di crescita significativo.

Con l’ingresso di Crescita sul mercato sale il numero di questi veicoli nati per far quotare medie aziende che, in alternativa, troverebbero difficoltà a trovare risorse sul mercato. La prima Spac di diritto italiano è stata Made in Italy 1, creata nel 2011 da Simone Strocchi (fondatore di Electa Group, operatore indipendente specializzato nella strutturazione di deal di private equity e nella consulenza m&a), Luca Giacometti (ex managing director di Ge capital private equity) e Matteo Carlotti (ex ceo di Argos Soditic Italia). Nel 2013 la società, raccolti 50 milioni di capitale, ha acquisito e quotato Sesa spa, che nel 2015 è passata al segmento Star.

Col tempo sono nate Industrial Stars of Italy 1, 50 milioni di raccolta, fusa con Luve nel luglio 2015,  Green Italy, quotata sull’Aim nel luglio 2013 e con una raccolta per 35 milioni. Si è poi fusa con Prima Vera nel giugno 2015; Capital for Progress, con 51 milioni raccolti e fusa con Gpi. Tra le Spac di maggiori dimensioni c’è Space, quotata sul Miv nel dicembre 2013, dopo avere raccolto 130 milioni, ha realizzato l’operazione con Fila nel maggio 2015. A seguirla Space 2, quotata sul Miv nel luglio 2015, dopo aver raccolto risorse per 300 milioni. Una parte di questi capitali sono stati utilizzati per la fusione con Avio. 

Tra le iniziative di settore ci sono Italian Wine Brands, fra i più rilevanti gruppi italiani di produzione e distribuzione multicanale di vino (con il 70% del fatturato realizzato all’estero) nata dall’unione di due importanti case vinicole: Provinco spa e Giordano vini spa. A portare IWB sul listino borsistico è stata IPO Challenger, prebooking company che raccolse proponendo ai suoi investitori un obbligazione rimborsabile alternativamente al cash in azioni e warrant di quello che sarebbe stato poi il target. Poi c’è Glenalta, quotata all’Aim nel novembre 2015, dopo aver raccolto 80 milioni: si è poi unita con la Fratelli Orsero nel novembre 2016. Fra per più recenti, e ancora alla ricerca di una target, Innova Italy 1, quotata sull’Aim nel settembre 2016, che ha raccolto 100 milioni e Industrial Stars of Italy 2, quotata sull’Aim nel maggio 2016, dopo aver raccolto capitali per 50,5 milioni. 

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