NEL 2015 MEGLIO PORTAFOGLI AZIONARI E INVESTIMENTI ALTERNATIVI

La ripresa globale nel 2015? La guideranno gli Stati Uniti, mentre l’Eurozona vedrà una crescita più modesta. E gli investimenti? Meglio i portafogli azionari, soprattutto su Stati Uniti e Giappone, e gli investimenti alternativi. Queste le principali previsioni macroeconomiche contenute nel “Market Focus”, l’outlook per il 2015 elaborato da UniCredit Global Investments «che si propone di individuare le linee guida per gli investitori per una asset allocation ottimale nel corso del nuovo anno». 

Tra gli scenari esaminati dal team ricerche guidato dal responsabile global investments Manuela D’Onofrio ci sono anche l’andamento della Cina, che continuerà a crescere grazie a una serie di riforme tese a incrementare i consumi interni, e dell’India che sarà avvantaggiata dalle riforme del nuovo esecutivo e dalla diminuzione del prezzo del petrolio. Inoltre, le economie con forte propensione all’export come Corea e Taiwan beneficeranno della performance degli USA.

La locomotiva statunitense.

La crescita del Pil stimata nell’ordine del 3% negli Stati Uniti si fonda su «solide basi e prospettive», quali ad esempio l’aumento di consumi e investimenti, i miglioramenti nel mercato del lavoro, il calo del prezzo del petrolio e la ripresa del mattone sono tutte condizioni incoraggianti per l’innesco di un circolo virtuoso. Se le previsioni sui dati economici saranno di supporto, da giugno la Fed dovrebbe approvare un primo rialzo dei tassi dopo anni di politica monetaria espansiva.

Crescita modesta in Europa.

La stima di crescita per il Pil dell’Eurozona dell’1% testimonia, secondo l’outlook, «come il Vecchio Continente fatichi sulla via della ripresa». L’allentamento delle politiche di austerità dovrebbe lasciare maggiore spazio agli investimenti e la Bce potrebbe adottare una politica monetaria più espansiva, procedendo con l’annunciato quantitative easing. Maggior liquidità e un euro più debole dovrebbero dare un impulso ai consumi e alle esportazioni. Nelle attese, la Germania confermerà la propria solidità, la Francia registrerà una crescita modesta, l’Italia invece – dopo l’ennesimo segno negativo nel 2014 – dovrebbe uscire dalla recessione.

Giappone, sfida alla deflazione; moderato ottimismo per gli emergenti.

Per il 2015 è già pronto in Giappone un nuovo programma di espansione monetaria anti deflazione. Moderatamente positive le prospettive per i Paesi emergenti: la Cina dovrebbe crescere del 7%, in lieve calo rispetto al 2014, meno dipendente dalle esportazioni ma con un incremento dei consumi interni. L’India sarà avvantaggiata dal calo del prezzo del petrolio che comporterà meno inflazione. Sotto osservazione la Russia, alle prese con tensioni geopolitiche, e il Brasile dopo la rielezione di Dilma Rouseff.

A fronte di queste previsioni macroeconomiche, le indicazioni di asset allocation ottimale formulate da Global Investment Strategy di UniCredit continuano a privilegiare azioni e fondi alternativi rispetto a materie prime, obbligazioni e liquidità. Atteggiamento neutrale nei confronti del real estate. Tra le valute, atteso un anno di dollaro USA forte.

Azionario.

All’interno della componente azionaria, il suggerimento è di privilegiare USA – dove le quotazioni non sono care e le prospettive sui dividendi interessanti – e Giappone – dove la svalutazione della moneta favorirà le imprese esportatrici. L’atteggiamento è invece neutrale nei confronti di Pacifico-ex Giappone ed Europa, con una view che in quest’ultimo caso si modifica in positivo nell’eventualità di allentamento delle politiche di austerità e dell’avvio di un quantitative easing da parte della Bce. Confermato in questa asset class il sottopeso per i mercati emergenti.

Obbligazionario.

Alla luce delle aspettative di politiche monetarie divergenti per USA, Regno Unito, Eurozona e Giappone, l’indicazione è di tenere una posizione negativa sui titoli governativi USA, vulnerabili alla politica di graduale normalizzazione dei tassi da parte della Fed, nonché sui governativi dei Paesi core dell’Europa e sulle obbligazioni corporate a livello globale. Posizionamento neutrale sui governativi dei Paesi periferici d’Europa. Da privilegiare invece le obbligazioni emesse dai Paesi emergenti con fondamentali più solidi, soprattutto denominate in valuta forte.

Materie prime.

Le stime suggeriscono prudenza, soprattutto sul petrolio e sull’oro. Le preoccupazioni riguardo alla crescita economica in Europa e Cina, la forza del dollaro USA, l’abbondanza dei raccolti di cereali e il cambiamento strutturale nel rapporto domanda/offerta sono state le motivazioni principali alla base del debole andamento delle commodity nel 2014. Tali fattori dovrebbero persistere anche nel corso del nuovo anno e in mancanza di una pronta e sostenibile ripresa delle quotazioni, limiteranno l’interesse per l’intera asset class.

Real estate e investimenti alternativi.

In uno scenario di graduale normalizzazione dei tassi e di rendimenti vicini allo zero sui mercati monetari, dovuti alla politica più espansiva della BCE, gli investimenti in fondi flessibili e a ritorno assoluto si confermano una valida alternativa ai classici prodotti specializzati sul reddito fisso e agli investimenti in liquidità. Per l’immobiliare, assisteremo soprattutto in USA a un miglioramento del mercato.

Valute.

Atteso un rafforzamento del dollaro USA nei confronti dell’euro, guidato dal differenziale di crescita atteso nelle due aree e dalle politiche monetarie divergenti delle rispettive banche centrali. Anche lo yen giapponese dovrebbe continuare a deprezzarsi a seguito delle ulteriori misure accomodanti della Bank of Japan. Cosa tenere sotto controllo. Andranno comunque monitorati i rischi di questo scenario. Un eventuale deciso rialzo dei rendimenti obbligazionari negli USA, che potrebbe rallentare la crescita, una brusca frenata da parte dell’economia cinese e l’avvio di una possibile spirale deflazionistica in Europa saranno i fattori a cui prestare maggiore attenzione. A questi vanno aggiunte le tensioni geopolitiche in Ucraina e Medio Oriente, andranno inoltre tenuti d’occhio i prossimi verdetti delle urne in Spagna e Grecia.

 

Noemi

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