Snapchat conquista il mercato e da lezioni di investor relations

Snapchat, la app che consente di registrare e condividere video e foto in tempo reale e che si è quotata alla Borsa di New York lo scorso 2 marzo, fa di nuovo scuola.  Il gruppo fondato e guidato da Evan Spiegel e Bobby Murphy, tramite il veicolo Snap Inc, ha raccolto 3,4 miliardi di dollari con l’Ipo, vendendo azioni a 17 dollari l’una, per una valutazione di 24 miliardi di dollari che dopo il primo giorno di quotazione è salita a oltre 33 miliardi, includendo tutte le categorie di azioni e opzioni sottostanti.

Il suo business, che unisce alla praticità di una app anche l’immediatezza della fotografia e del video con le caratteristiche di un social network (condivisione, comunità, partecipazione), è piaciuto al mercato non solo perché innovativo, ma anche per come è stato comunicato agli investitori.

Per presentare la società durante il roadshow, Spiegel e soci non hanno infatti messo sul tavolo prospetti di centinaia e centinaia di pagine o presentazioni power point piene di testo, come spesso accade nei roadshow finanziari. Hanno invece proiettato un video, della durata di 35 minuti, e hanno creato un sito ad hoc – ora disattivato – dedicato all’offerta azionaria, dove si racconta l’azienda e il business in funzione dell’Ipo. 

L’obiettivo del social network, oltre che di trovare investitori, è stato anche quello di coinvolgere un pubblico sempre più vasto e di renderlo partecipe anche in situazioni complesse come una quotazione. Per raggiungerlo Snapchat ha trovato un modo per comunicare concetti finanziari in maniera semplice e comprensibile attraverso un linguaggio che unisce l’immediatezza del video con le storie e le testimonianze dei protagonisti dell’azienda.

Qualcosa che si allontana molto dai tradizionali metodi di investor relations che siamo abituati a vedere e per i quali, forse, è arrivato il momento di ripensarsi.  

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