CRIF: per tornare ai ricavi pre-Covid le aziende dovranno attendere il 2022

La pandemia da Covid-19 ha generato uno shock economico senza precedenti, che ha colpito immediatamente e duramente l’economia reale, con un sostanziale blocco degli investimenti e del mercato del lavoro, che ne ha accentuato ulteriormente gli effetti negativi sul sistema economico.

A tal proposito, l’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio Pulse realizzato da CRIF ha sottolineato come il crollo del fatturato delle imprese italiane registrato nel 2020 non verrà recuperato interamente nel 2021, quando le stime di crescita sono del +7,5% a fronte di una perdita attesa del 11.1% nel 2020. Sarà invece necessario attendere il 2022 (+2.7% vs 2019) per tornare ai livelli pre-crisi. Anche in termini di marginalità attesa, nel 2022 proseguirà il trend di ripresa iniziato nel 2021, riallineandosi con il livello pre-crisi anche se non totalmente.

Per molte aziende aumenterà l’esigenza di reperire significativi importi di nuova finanza entro il 2021, fino a coprire il 50% del fatturato per i settori più colpiti. Tuttavia, il 35% di imprese con profilo economico finanziario solido o discreto mostrerà una buona capacità di risposta alla congiuntura pandemica. CRIF rileva, inoltre, che i trasporti sono il settore più colpito (con una stima di -20,7% per il fatturato 2022 vs 2019), mentre hosting e siti web il settore più in crescita (+35,5% di fatturato 2022 vs 2019).

La resilienza alla crisi

Lo studio, condotto su un campione di oltre 700 mila società di capitali non finanziarie integrando il rating tradizionale CRIF Business Default Index (CBDI) con lo score di resilienza Covid, evidenzia infine uno scenario contingente che metterà infatti seriamente a rischio la stabilità dell’11% delle imprese, per le quali gli effetti della crisi andranno a incidere su strutture finanziare già molto deboli in quanto sovra indebitate, poco patrimonializzate e con carenze di liquidità che ne minano la solidità creditizia.

Per un 32% di imprese che partivano da un profilo di rischio medio si prospetta un aumento della fragilità finanziaria in considerazione della forte esposizione agli impatti avversi del lockdown. Inoltre, un 21% di imprese con un buon profilo economico finanziario potrà attraversare una temporanea difficoltà in mancanza di politiche di sostegno mirate.

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