Intrum e Intesa Sanpaolo, alleanza su 10,8 miliardi di npl

Intesa Sanpaolo ufficializza la maxi cessione e la cartolarizzazione di crediti in sofferenza per 10,8 miliardi di euro – sui 52,1 miliardi lordi oggi a bilancio — e anche la creazione di una nuova società in partnership con il colosso svedese degli npl, Intrum Justitia.

Il gruppo scandinavo, guidato in Italia da Antonella Pagano (nella foto) ha presentato ieri alla banca guidata da Carlo Messina un’offerta vincolante per una partnership strategica – che il cda dovrà approvare – riguardante i crediti deteriorati. Intrum, attraverso una newco (“Omega”) controllata al 51% dagli svedesi e al 49% dagli italiani, gestirà 40 miliardi di euro di crediti deteriorati portati in dote dalle due società — 30 dal mondo Intesa Sanpaolo e 10 da Intrum che li gestisce già per conto di banche terze — e impiegherà mille persone, di cui 600 che saranno esternalizzate da Intesa Sanpaolo. Nell’operazione la banca italiana è stata assistita da Mediobanca, con un team guidato da Francesco Canzonieri, mentre il board di Intrum è stato affiancato da Goldman Sachs.

Dal punto di vista tecnico la cartolarizzazione dei 10,8 miliardi lordi — valorizzati 3,1 miliardi — attraverso un veicolo (spv) avverrà in più step: Intrum prenderà l’80% del 51% del veicolo (il 20% residuo sarà di altri investitori), Intesa Sanpaolo il restante 49%. La cartolarizzazione prevede che il 60% del prezzo del portafoglio sarà in una tranche «senior» che sarà sottoscritto da un pool di banche; il 40% sarà in tranche «mezzanine» e «junior» sottoscritte dal veicolo.

Per il gruppo italiano si tratta di una tappa decisiva del piano industriale al 2021 che prevede di dimezzare i crediti deteriorati lordi nel 2021 a 26,4 miliardi di euro, per scendere a un rapporto tra crediti e npl netti del 2,9% dall’attuale 5,5%.

Inoltre la doppia operazione comporta una plusvalenza nette di 400 milioni di euro.

L’operazione di deconsolidamento delle sofferenze è, per entità, la terza più grande realizzata da una banca italiana dopo i 27 miliardi di euro lordi del Montepaschi e i 17 miliardi lordi messi sul mercato da Unicredit con l’operazione «Fino», con la differenza che la strategia seguita da Messina non è legata a esigenze di pulizia di bilancio ma punta alla riduzione del carico di crediti deteriorati.

Dal canto suo Intrum, che è già il principale operatore di npl in Europa, diventa così in Italia dopo DoBank il secondo gruppo di gestione di npl. La nota diffusa, l’operatore rivela il suo coinvestitore cioè CarVal Investors, un asset manager Usa specializzato in invetimenti alternativi che acquisterà il 20% del 51% della piattaforma.

 

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