La finanza italiana perde Guido Roberto Vitale

È morto a 81 anni a Milano Guido Roberto Vitale (nella foto), banchiere di lungo corso e fondatore e presidente della boutique finanziaria Vitale & Co.

Amante dell’editoria e della cultura, banchiere- filosofo, figlio della borghesia italiana ma con al contempo un’attenzione forte verso il sociale, Vitale ha vissuto nei suoi quasi 50 anni di attività quale protagonista i più grandi cambiamenti e gli sconvolgimenti del nostro Paese, da  Mani Pulite alla Mediobanca di Enrico Cuccia, dai cambiamenti politici fino alle più importanti operazioni finanziarie. Ha seguito fra l’altro la seconda Opa in Italia, quella della Quaker Oats su Chiari e Forti e le quotazioni di Recordati, Saipem e Costa Crociere.

Nato a Vercelli il 5 maggio, laureato in Economia e Commercio all’Università di Torino, negli anni Settanta è stato pioniere in un’attività fino ad allora poco esplorata, fondando e portando al successo una delle prime società attive nel collocamento in Italia, cioè Banca Euromobiliare assieme a Carlo De Benedetti, di cui è stato amministratore delegato sino al 1991. Nel 1992 è stato fondatore della società di consulenza finanziaria Vitale Borghesi & C, poi acquisita nel 1998 da Lazard. Della banca d’affari americana è stato presidente per l’Italia dal 1997  al 2001 e ha guidato come presidente anche Rcs Media Group dal 2003 al 2005.

Il suo amore per l’editoria lo ha espresso in tanti modi, non solo come  socio fondatore del sito Linkiesta e tra gli azionisti di Chiare Lettere ma anche come editore stesso di pubblicazioni a firma Vitale & Co. L’ultima, presentata il 24 gennaio scorso, è stato il libro «L’Italia: molti capitali, pochi capitalisti», di Beniamino Piccone (con la prefazione di Francesco Giavazzi).

Nell’introduzione al libro Vitale ha scritto: «Abbiamo dunque la possibilità e la responsabilità di uscire dalle contraddizioni che ci impediscono di riprendere una crescita solida e sostenibile e di scegliere il nostro futuro in maniera chiara».  Un riferimento costante alla responsabilità che lo ha differenziato rispetto ai colleghi del business (lo hanno chiamato anche l’anti-Cuccia) e lo ha spinto a sostenere a Milano Giuliano Pisapia e in Italia Matteo Renzi, o a indicare, sempre nel 2011, come “uomini nuovi” Mario Monti e Nichi Vendola. Punto di incontro tra la finanza e la società civile, precursore e attento alla modernità, Guido Roberto Vitale ha contribuito a modificare e a innovare il mondo della finanza in Italia e ha sempre cercato il modo di rendere il mondo degli affari utili a tutti e non un solo strumento della borghesia o degli addetti ai lavori. 

La sua famiglia – le figlie Elena e Roberta, avute dalla compianta moglie Luciana, con i quattro nipoti – e i suoi amici gli daranno l’ultimo saluto giovedì alle 11 al cimitero ebraico di Vercelli.

Noemi

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