M&a: nel primo semestre deal miliardari per Goldman e Mediobanca

Oltre 300 operazioni annunciate e almeno sei deal miliardari. Il periodo d’oro dell’m&a italiano fa volare l’attività degli advisor finanziari. Per dare qualche cifra, il solo comparto private equity nel primo trimestre del 2018 in Italia ha registrato il più alto numero di offerte mai registrato, di cui sette oltre i 100 milioni e 4,7 miliardi di euro di valore totale.

Nel dettaglio, se guardiamo ai ranking del primo semestre 2018, a spingere sui risultati dei player del settore sono stati i tanti big deal crossborder.

Goldman in cima per valore
Guardando infatti ai volumi, dal primo gennaio al 30 giugno, stando ai dati Mergermarket rielaborati da financecommunity.it, è Goldman Sachs l’advisor meglio posizionato, con nove deal per 44,3 miliardi di euro in totale. Il team guidato da Massimo Della Ragione (nella foto), con Marco Paesotto a capo dell’m&a tricolore, ha partecipato alla maggior parte dei deal miliardari o quasi che hanno coinvolto il nostro paese. Fra questi ci sono ad esempio l’accordo tra Lindorff – Intrum, affiancata da Goldman, e Intesa Sanpaolo, assistita da Francesco Canzonieri di Mediobanca, sulla piattaforma di 10,8 miliardi di non performing loans, ma anche il passaggio di Italmatch da Ardian a Bain (il venditore  è stato affiancato da Goldman Sachs con i managing director Antonio Gatti e Paesotto e il vice president Giuseppe Pipitone), la cessione dei treni Italo al fondo americano Gip per 2,3 miliardi e l’acquisizione di Abertis da parte di un consorzio guidato da Atlantia. Sullo stesso tavolo, in queste ultime operazioni, il team di Goldman si è trovato spesso Mediobanca, che si posiziona subito dopo nel ranking con 16 deal per 41,8 miliardi.

Oltre ai grandi deal già citati, l’istituto di Piazzetta Cuccia ha lavorato in diversi deal in vari comparti affiancando fra gli altri 21 Investimenti nella cessione di Forno d’Asolo a Bc Partners e assistendo Cellnex Telecom ceduta nell’aprile scorso a Edizione da Abertis per 1,5 miliardi. Con 36,7 miliardi e 4 deal c’è poi Credit Suisse, il cui team m&a, guidato da Michele Pangrazzi, ha agito nelle operazioni Ntv, Abertis e nell’acquisizione delle attività dolciarie Usa di Nestlè da parte di Ferrero per 2,28 miliardi, affiancando la società italiana assieme a Lazard, per il quale ha agito un team internazionale del quale ha fatto parte il managing director italiano Michele Marocchino.

Più deal per Unicredit e Mediobanca

La situazione cambia – di poco – se guardiano al numero di operazioni seguite invece che al valore, considerando che spesso le cifre delle operazioni restano undisclosed. In questo caso, infatti, Mediobanca resta stabile al suo posizionamento mentre in cima al ranking si presenta Unicredit con all’attivo 17 deal per 2,6 miliardi.

L’ultima operazione, in ordine di tempo, a fine giugno è stata l’acquisizione da parte di F2i di cinque impianti a biomasse vegetali da due società ENEL, cioè Enel Produzione ed Enel Green Power mentre a gennaio il team ha assistito Unibon spa, holding industriale aderente a Lega Coop, nell’arrivo al 100% di Grandi Salumifici Italiani spa, produttore di salumi e prodotti lavorati di carne suina con 650 milioni di euro di fatturato. Con 15 operazioni, per 558 milioni totali, c’è infine Deloitte.

La big four, con il team M&A Advisory, composto dal partner Elio Milantoni, dal director Emanuele Martelli e dall’associate Pietro Favale e il team transaction services, con il partner Davide Ganzer e il senior manager Davide Taglietti, di recente ha agito come advisor finanziario di Unilever nell’acquisizione, lo scorso giugno, del 75% in Equilibra, azienda di Torino attiva nel settore della cura e del benessere affiancata nell’operazione da Ethica Corporate Finance.

Noemi

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