Private equity, nel mid cap domina il Fondo Italiano d’Investimento

Sei governi, la crisi economico-finanziaria, il quantitative easing e i problemi delle banche. Dal 2007 a oggi molti eventi in Italia si sono succeduti e hanno cambiato il Paese sul piano finanziario, bancario, sociale e culturale. Un contesto altalenante che si è inevitabilmente riflettuto sul mercato e quindi sull’attività degli investitori e dei private equity, anche se forse non così quanto ci si aspetterebbe, almeno in termini di operazioni e in particolare sul settore mid cap.

Se infatti guardiamo al private equity come comparto industriale,con la crisi economica il settore ha iniziato una graduale evoluzione che ha portato una concentrazione dei soggetti. Ma se invece ci concentriamo sul numero di deal, in particolare su aziende di medie e piccole dimensioni, e su chi sono i soggetti che ne hanno fatti di più in questi 10 anni, lo scenario non è molto distante da quello attuale. Il mercato è infatti presidiato da alcuni medi e grandi player che hanno proseguito la loro attività generalmente a colpi di due o tre operazioni l’anno.

OLTRE 41 MILIARDI
A livello generale, il numero di investimenti avvenuti in Italia dal 2007 al 2016 è rimasto costante all’interno di una forchetta compresa tra i 370 e i 220 deal (il punto più basso, registrato nel 2010, stando ai dati Aifi).

Ciò che è stato più influenzato dalla crisi è l’ammontare investito che in totale è pari a oltre 41 miliardi di euro. In particolare, i picchi in termini di valore si sono registrati nel 2007 (4,1 miliardi) e nel 2008 (5,4 miliardi) per poi crollare a 2,6 miliardi nel 2009 (per 283 investimenti) e 2,4 miliardi nel 2010, gli anni peggiori del settore.

Dal 2011 in poi questi numeri sono piano piano risaliti fino a toccare gli 8,1 miliardi dello scorso anno, suddivisi in 322 deal. I segmenti mid e small cap hanno attirato poco meno della metà degli investimenti totali: 19,48 miliardi sono infatti stati investiti in operazioni al di sotto dei 150 milioni. Guardando ai singoli anni, poi, le cifre investite sono pressoché costanti intorno ai 2 miliardi, tranne negli anni più bui, 2009 e 2010, dove sono stati pari rispettivamente a 1,29 e 1,32 miliardi.

FONDO ITALIANO DI INVESTIMENTO A 33 DEAL
Ma quali sono stati i player più attivi nel comparto mid cap italiano negli ultimi 10 anni? La fotografia, scattata dalla ricerca curata da financecommunity.it, non sembra molto diversa da quella che si potrebbe fare ai giorni nostri.

Se togliamo dalla lista quegli operatori che oggi non ci sono più (come Cape, che è stato uno dei player più attivi soprattutto negli anni precedenti alla crisi) i primi tre soggetti per numero di operazioni intercettate ci sono realtà come il Fondo Italiano di Investimento (Fii), Palladio Finanziaria e 21 Partners. In particolare il fondo partecipato al 25% da Cassa depositi e prestiti e oggi guidato dall’amministratore delegato Carlo Mammola (nella foto) si distacca dagli altri con 33 operazioni. Un risultato ottenuto in particolare grazie all’attivismo dei primi anni di vita, il 2011 e il 2012, chiusi con 16 e 11 deal rispettivamente. Fii è nato nel 2010 con il compito di e ettuare investimenti in pmi (con un fatturato tra i 10 e i 250 milioni) operanti nei settori dell’industria, commercio e servizi. In questi anni il fondo ha fornito assistenza anche per le operazioni di replacement di management buyin e management buyout e ha sottoscritto prestiti subordinati o convertibili.

Una vocazione che però sta cambiando. Di recente infatti il fondo sta lavorando alla cessione del proprio portafoglio di 23 partecipazioni dirette, nell’ambito del riassetto sulle partecipazioni e di un maggiore focus sui fondo di fondi e sul venture capital. Fra gli ultimi deal c’è ad esempio quello del gruppo Ligabue, acquisito nel maggio 2016 rilevando la partecipazione di Alcedo sgr per un investimento pari a 14 milioni di euro.

Sempre lo scorso anno il veicolo ha acquisito La Brugola Oeb Industriale, società attiva nella produzione di elementi di fissaggio per motori da automobile, suv e veicoli commerciali attraverso un primo aumento di capitale pari a 7,5 milioni. Ma il gruppo, che conta 15 persone nel team investimenti tra senior partner, partner e investment manager, ha investito anche in Comecer, azienda con sede a Castel Bolognese attiva nel settore della medicina nucleare e dell’isotecnia, TBS Group e Rigoni di Asiago, dove nel 2012 ha acquisito una quota pari al 35,56% del capitale, e Zeis Excelsa e ideatrice del marchio di scarpe e abbigliamento Bikkerbergs (poi ceduto a un gruppo cinese).

DA PALLADIO A MP VENTURE
Dopo il Fondo Italiano è Palladio Finanziaria, oggi Palladio Holding, la società di investimento più attiva con 18 operazioni…

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Noemi

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