AI, ecco il suo impatto sul private capital secondo PitchBook
Gli investitori stanno integrando l’intelligenza artificiale (AI) nella ricerca di opportunità di investimento, nella due diligence e nel benchmarking, ma rimangono cauti riguardo all’automazione e all’accuratezza. I principali casi d’uso dell’IA sono la sintesi dei materiali di due diligence (34%) e l’identificazione di operazioni rilevanti (26%), il che dimostra che gli investitori utilizzano l’intelligenza artificiale principalmente per migliorare l’efficienza e acquisire informazioni approfondite. Oltre il 40% ritiene che l’AI potrebbe sostituire completamente le ricerche di mercato e l’analisi delle tendenze. Lo rileva un’indagine sugli investitori condotta da PitchBook in collaborazione con Web Summit e pubblicata la scorsa settimana.
RISCHI E OPPORTUNITA’ DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Le principali preoccupazioni relative all’IA sono l’eccessiva dipendenza dall’automazione (26%), la qualità e l’accuratezza dei dati (25%) e la parzialità dei dati (22%), il che riflette l’importanza attribuita alla fiducia, alla trasparenza e alla supervisione umana. Per quanto riguarda gli ostacoli all’adozione, il 36% cita i rischi per la sicurezza e la privacy come il principale ostacolo, seguito dal 28% che indica l’accuratezza incostante dei risultati.
Guardando al futuro, il 41% ritiene che l’intelligenza artificiale potrebbe sostituire completamente le ricerche di mercato e l’analisi delle tendenze, mentre il 22% afferma che nessun processo sarà completamente automatizzato, sottolineando la fiducia nel giudizio umano.
Secondo lo studio, il 63% degli intervistati si aspetta che gli investimenti legati all’AI amplieranno l’accesso globale alle opportunità, indicando ottimismo sul fatto che l’innovazione non rimarrà concentrata nei mercati avanzati.
GLI INVESTIMENTI NELL’AI
Il settore sanitario nei prossimi cinque anni assorbirà la maggior parte degli investimenti nell’intelligenza artificiale (44%), seguito dalle applicazioni aziendali specifiche per settore (32%), dalla sicurezza informatica (29%) e dalle infrastrutture (25%).
Il 36% degli intervistati prevede un leggero miglioramento del contesto di raccolta fondi nel corso del prossimo anno, mentre solo il 19% prevede un peggioramento delle condizioni, segnalando un cauto ottimismo.
Le operazioni di venture capital in Europa hanno subito un rallentamento nel terzo trimestre del 2025, segnalando che i totali annuali potrebbero diminuire rispetto all’anno precedente, nonostante la crescita della dimensione media delle operazioni. Il mercato rimane attivo ma sempre più disomogeneo, trainato da una manciata di grandi round incentrati sull’IA, anche se l’attività rallenta in settori un tempo dominanti come il fintech e le scienze della vita. L’ultimo “European Venture Report” di PitchBook mostra che l’intelligenza artificiale rappresenta ora quasi il 40% del valore delle operazioni in Europa, sottolineando un cambiamento strutturale nei mercati tecnologici globali.
I COMMENTI
“I nostri dati mostrano un ecosistema in fase di significativa ricalibrazione. L’ascesa dell’AI è innegabile: sta generando round più consistenti, attirando l’attenzione degli investitori e ridefinendo le dinamiche delle operazioni in tutta Europa. Il sentiment che percepiamo dagli investitori al Web Summit conferma che questa crescita viene accolta con una disciplina ponderata. L’IA è ormai integrata nei flussi di lavoro quotidiani, ma gli investitori rimangono cauti, ponendo l’accento sull’accuratezza, l’affidabilità e il giudizio umano che ancora oggi sono alla base del processo di investimento”, ha affermato Nalin Patel, direttore della ricerca sui capitali privati Emea presso PitchBook.
“I risultati mostrano che l’IA sta iniziando a influenzare il modo in cui vengono prese le decisioni di investimento, con gli investitori che utilizzano l’IA per guidare il flusso delle operazioni e informare la strategia di investimento globale”, ha affermato Jordan Flyn, investor manager presso Web Summit.