Private capital, ecco le prospettive per il 2026 secondo KKR

In un contesto di rendimenti attesi compressi e minore dispersione tra asset class, il private capital è sempre più attrattivo perché permette agli investitori di “creare la propria fortuna” tramite strutturazione, governance e ownership attiva. Lo scrive KKR nel suo outlook per il 2026.

Inoltre, lo studio mostra che l’integrazione dei mercati privati migliora l’efficienza dei portafogli, contribuendo a mitigare la correlazione positiva tra azioni e obbligazioni e a fornire rendimento upfront.

LE PROSPETTIVE PER IL PRIVATE CAPITAL

Con le aziende che cedono asset per diventare capital light, il private capital assume un ruolo chiave nel finanziamento di crediti commerciali, consumer finance, leasing di macchinari, rinnovabili e altri flussi di cassa garantiti. KKR descrive questo segmento come uno dei più dinamici dei mercati privati.

In ambiti come riqualificazione della forza lavoro, infrastrutture, sicurezza energetica e filiere legate alla difesa, KKR osserva un persistente sottoinvestimento pubblico, che apre opportunità di lungo periodo per private equity, private credit e real asset.

In prospettiva, i rendimenti futuri dell’M&A dipenderanno meno dalla leva e più dal miglioramento operativo diretto, dalle economie di scala, dall’adozione tecnologica e dalla ristrutturazione delle basi di costo.

IL CARVE-OUT TRAINA L’M&A

KKR evidenzia un incremento strutturale delle operazioni di carve-out, man mano che le multinazionali passano da modelli capital intensive a modelli capital light, dismettendo attività non core o a basso rendimento per migliorare margini, governance ed efficienza del capitale. I carve-out sono indicati come forma di M&A preferita perché consentono di creare valore tramite separazione operativa e riallineamento degli incentivi, più che attraverso l’espansione dei multipli.

I volumi di carve-out in Europa si stanno avvicinando a 60 miliardi di euro nel 2025, rappresentando una quota rilevante del valore complessivo delle operazioni di private equity. Questo riflette sia le pressioni di ristrutturazione societaria, sia un’importante opportunità per il capitale privato di sbloccare sconti legati alla complessità.

KKR sottolinea di aver aumentato intenzionalmente l’attività di public-to-private, poiché queste operazioni consentono un maggiore controllo dei risultati in una fase più matura del ciclo economico e del credito. Tali operazioni sono viste come un modo per ridurre l’esposizione al beta dei mercati pubblici e generare alpha attraverso governance ed esecuzione.

Il rapporto evidenzia l’importanza crescente dell’origination proprietaria, soprattutto nel private credit e nelle soluzioni di capitale strutturato, per evitare aste competitive e il rischio di pricing sfavorevole tipico delle fasi avanzate del ciclo.


valentina.magri@lcpublishinggroup.com

SHARE