De Blasio: «Vi racconto Green Arrow»

Le indiscrezioni stampa la davano un passo indietro rispetto agli altri pretendenti in gara per una delle società di gestione più grandi del comparto mid-cap, Quadrivio Capital sgr. Ma alla fine Green Arrow Capital, boutique specializzata in investimenti alternativi e in particolare nelle rinnovabili, ha sbaragliato la concorrenza (vale a dire circa 20 società di investimento nazionali ed estere) ed è stata scelta per rilevare la piattaforma che gestisce fondi di investimento per un valore complessivo di oltre 1,4 miliardi di euro.

Ora l’ultima parola spetta a Banca d’Italia, il cui via libera all’operazione è atteso per marzo prossimo.

Green Arrow Capital è stata fondata nel 2012 da due manager con diverse esperienze nel settore: Eugenio de Blasio (nella foto), già consigliere e responsabile internazionalizzazione di Assorinnovabili e amministratore delegato di realtà quotate quali Greentech e GWM Renewable Energy, e Daniele Camponeschi, ex cio di Independent Power Producers. Nel team si sono aggiunti, negli anni, Stefano Russo, ex ad di Renaissance Institutional Management UK e managing director per 13 anni in Morgan Stanley Investment Management; Francesco Giovannini, già ad di Hinduja Finedo Partners e infine, nel 2016, l’imprenditrice ed ex presidente di Poste Italiane Luisa Todini in qualità di partner e azionista.

La squadra, che comprende anche il partner Alessandro Di Michele, gestisce al momento due fondi: il lussemburghese Radiant Clean Energy, nato nel 2015 e con una dote di circa 100 milioni (su 200 milioni come target di raccolta) e Green Arrow Capital Clean Energy (obiettivo 150 milioni) in partnership con Todini Finanziaria e nel quale è stata confluita Ecos Energia.

Attraverso il primo veicolo il gruppo ha investito, nel 2017, 40 milioni acquisendo, fra gli altri, un portafoglio di impianti fotovoltaici da EAM Solar, società quotata presso la Borsa di Oslo, per 2 megawatt e un controvalore di 5 milioni e le partecipazioni detenute da SF Suntech Deutschland GMBH in Energia Rinnovabile ed Energy Power, entrambe titolari di impianti fotovoltaici in Puglia per complessivi 10 MW.

Ma perché una realtà focalizzata in un settore tanto specialistico come quello delle rinnovabili ha deciso di tentare l’acquisizione di una piattaforma generalista e differenziata come Quadrivio? «Perché crediamo negli investimenti alternativi e vogliamo investire nell’economia reale», spiega De Blasio in questa intervista a MAG.

Quindi dottor De Blasio quale è stata la vostra strategia dietro la scelta di partecipare all’asta per Quadrivio sgr?
Il nostro obiettivo era da tempo quello di diventare una delle piattaforme indipendenti più importanti in Italia nel settore degli investimenti alternativi con l’intenzione di investire nell’economia reale. Per raggiungere questo risultato, per noi era arrivato il momento di fare un salto dimensionale e accelerare con la nostra strategia. Stavamo pensando al lancio di una nostra piattaforma ma poi si è presentata questa opportunità di investimento, con cui c’è stato un allineamento strategico e di view di mercato.

 

Su cosa puntate esattamente?
Premesso che siamo in attesa dell’autorizzazione di Banca d’Italia per finalizzare l’operazione Quadrivio, una volta ricevuto il via libera cercheremo di mantenere i punti di forza della piattaforma e di proseguire con il percorso già tracciato, seguendo le esigenze del mercato. In particolare vediamo tre orizzonti: il primo è quello delle infrastrutture, delle quali c’è un bisogno incredibile nel nostro Paese; c’è poi il private equity che se usato bene è uno strumento di formidabile aiuto alle piccole e medie imprese, soprattutto in Italia. E infine il mondo del debito, con lo sviluppo del lending direttamente alle pmi. Questo è un comparto dove negli ultimi anni si sono create grandi opportunità soprattutto per via della crisi delle banche e della loro difficoltà a erogare credito ma anche per la struttura del sistema economico italiano.

 

Quale sarebbe?
Il nostro Paese è fatto di tante medie aziende e molte di queste, più di quante si pensa, sono delle vere eccellenze e vanno aiutate. In questo senso crediamo molto negli investimenti alternativi sia perché sono uno strumento per sostenere le aziende, sia perché rappresentano il trend del momento. A dimostrazione di ciò ci sono le scelte degli investitori, che stanno allocando molto di più in queste asset class.

 

Perché secondo lei?
Innanzitutto perché il mondo obbligazionario non da più gli stessi rendimenti del passato, ma non c’è solo questo. C’è stato anche un importante cambiamento culturale che ha portato gli investitori a puntare di più e direttamente nell’economia reale consci del fatto che questi investimenti non solo sono positivi per il Paese ma sono anche redditizi. È una situazione win-win ed è per questo che stanno cercando degli operatori specializzati, con una riconosciuta professionalità, che siano in grado di accompagnarli in questo percorso.

 

Pensate di lanciare altri fondi in futuro?
Siamo a lavoro su due veicoli dedicati rispettivamente all’innovazione tecnologica e all’efficientamento energetico, ma è ancora presto per dare altre informazioni.

 

Green Arrow è nata con una specializzazione nel fotovoltaico, perché avete scelto questo settore?
Siamo partiti con un focus specifico perché volevamo avere una nostra identità, differenziarci sul mercato almeno all’inizio. Il nostro obiettivo però è sempre stato quello di aprirci e creare una piattaforma paneuropea. Non a caso tutti noi partner abbiamo competenze diverse e le capacità necessarie per gestire portafogli multiprodotto.

 

Puntate anche ad acquisizioni all’estero?
L’intenzione è di creare un portafoglio europeo, sia come investimenti sia come raccolta.

 

Che tipo di posizionamento cercate?
Vogliamo raddoppiare la nostra posizione nel giro dei prossimi cinque anni e rafforzare i presidi con più debolezze. Oggi in Italia per chi fa private equity il momento è quello giusto…

 

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