Gli npl nel sistema valgono 175,6 miliardi, il 75% dei quali sono garantiti

Ammontano a 175,6 miliardi di euro i crediti deteriorati netti a carico del sistema italiano (su uno stock lordo pari a 316 miliardi e valutato nei bilanci delle banche al 56%), di cui 76,2 miliardi sono le sofferenze nette. Si tratta dell’80,2% del patrimonio netto tangibile delle banche intaliane, che sulla base di questi numeri risulta pari a 221 miliardi. A calcolarlo è l’ultimo focus sul sistema bancario italiano 2015 dell’area studi Mediobanca guidata da Gabriele Barbaresco.

Il focus ha preso come riferimento i dati di bilancio 2015 di 492 banche italiane, Popolari e Bcc incluse, che insieme contano un totale attivo pari a 2.698 miliardi di euro, 1,6 volte il Pil italiano.

In pratica, un euro su cinque si è ‘deteriorato’, anche se mediamente le banche d’investimento sono messe meglio di quelle retail. Il 58% dei crediti deteriorati è in ‘sofferenza’, incidenze  più basse per le Popolari e le Bcc rispetto alle spa, e il tasso medio di copertura dei crediti deteriorati è pari al 44%, più alto nelle spa ove maggiore è l’incidenza delle sofferenze (61% quelle nette). Stando allo studio, chi ha meno sofferenze (Popolari: 52%; Bcc: 53%) le copre anche di meno (Popolari: 52%; Bcc: 54%). 

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Quanto al valore di realizzo, secondo la Banca d’Italia, il tasso di recupero delle sofferenze tra 2006 e 2015 è stato pari al 43%. Il tasso medio di recupero delle sofferenze gestite “in house” è stato pari al 47%, per quelle cedute a terzi al 23% e la caduta del tasso medio di recupero nel biennio 2014-2015 deriva dal maggiore ricorso alla cessione a terzi. I tassi medi di recupero variano però in relazione alla modalità di gestione (in house vs cessione), alla presenza e tipologia di collaterale (con o senza garanzie, garanzia reale, personale, finanziaria ecc), alla natura del prenditore (famiglia vs impresa) e a parità di condizioni da banca a banca. La bassa quotazione delle sofferenze cedute dipende dall’elevato tasso di sconto applicato (15%-25% secondo Banca d’Italia) che riflette la struttura del passivo dei veicoli specializzati (tutto equity) e la loro avversione al rischio.

Altro interessante è la diffusione delle garanzie sui crediti. Stando allo studio, la quota dei crediti deteriorata garantita sia in media del 75%, 72% per le spa, 76% per le Popolari, ma la copertura sale per il credito cooperativo fino all’87,8 per cento. Queste garanzie nell’80% dei casi in media sono rappresentate da immobili e nel 16% da garanzie personali. Da qui si deduce che il 15% dei crediti deteriorati non ha alcuna garanzia, per un valore complessivo di 34 miliardi di euro.

Sapendo la loro quantità, quanto converrebbe cederli? Considerando il valore medio contabile di questi crediti “difficili”, e che è pari al 42% per le sofferenze, al 74% per le inadempienze probabili e all’82,5% dei crediti scaduti, per Barbaresco, una cessione in blocco di 176 miliardi di crediti deteriorati alla metà del loro prezzo contabile, ossia quanto offrono i fondi speculativi più generosi, abbatterebbe il patrimonio netto tangibile di circa il 40%, ossia 88 miliardi su 221 miliardi complessivi, e del 17% considerando le sole sofferenze.

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