Le 7 meraviglie della finanza italiana
di Valentina Magri
Con l’affermarsi del settore fintech, l’applicazione della tecnologia al settore finanziario è diventata il “New Normal”. E il futuro è diventato presente, anche in Italia. Ecco sette interessanti tecnologie o innovazioni nel mondo degli investimenti, tutte made in Italy. Per l’ottava, siamo d’accordo con il filosofo e fisico tedesco Albert Einstein, il quale affermò che “l’interesse composto è l’ottava meraviglia del mondo. Chi lo comprende, lo guadagna; chi non lo capisce, lo paga”.
Axyon AI: l’intelligenza artificiale a supporto dei gestori
Prevedere l’andamento dei mercati grazie all’intelligenza artificiale. Questa la mission di Axyon AI, fintech italiana con sede a Modena, il cui nome è il risultato della crasi tra Axon (l’assione, legato alle reti neurali) e le variabili x (quella nota) e y (l’incognita, da prevedere). Concretamente, la fintech offre due soluzioni: segnali predittivi, una classifica di asset in universi investibili sulla base di probabilità di sovraperformance del mercato; strategie modello sulla base di indici, che i clienti possono implementare nelle loro strategie. Inoltre, ha integrato nella sua offerta un layer di explainability science-based che usa l’AI generativa per spiegare le logiche dietro ai suoi modelli predittivi. Tra i clienti di Axyon AI rientrano banche, gestori, hedge fund, come Anima, Mediolanum, AcomeA in Italia e all’estero il gruppo giapponese Sumitomo Mitsui Banking Corporation, primo cliente dal lontano 2017, che ha lanciato un fondo che investe sulla base dei segnali della fintech.
Axyon AI è nata nel 2016 dall’iniziativa di Daniele Grassi, Giacomo Barigazzi e Jacopo Credi, a valle delle attività di R&S all’incrocio tra AI e finanza svolte in DM Digital, azienda di sviluppo software co-fondata in precedenza da Grassi. A suo avviso «l’intelligenza artificiale nel settore finanziario può efficientare i processi e generare previsioni sul comportamento dei mercati. Inoltre, l’AI generativa permette di spiegare l’AI predittiva. Fermo restando che l’intelligenza artificiale: può supportare il gestore ma non sostituirlo. Le soluzioni di AI non sono intercambiabili: ogni modello può dare risultati diversi a seconda di come è stato allenato, dei dati impiegati e di come è stato programmato. Pertanto, come nel nostro caso, è utile utilizzare decine di modelli diversi che, messi insieme, possono produrre risultati migliori», spiega Grassi.
Le strategie modello di Axyon AI hanno messo a segno una sovraperformance media di 500 punti base negli ultimi tre-quattro anni e un tasso di abbandono dei clienti pari a zero dal lancio a oggi. «Attualmente stiamo testando un sistema che combina AI generativa e predittiva per costruire dei basket tematici forward-looking, al fine di prevedere quali azioni possono beneficiare da un certo evento, come ad esempio i dazi», illustra Grassi.
Automobile Heritage Enhancement: investire in auto storiche, senza comprarle
Puntare sulle auto di valore storico senza possederne una, attraverso un fondo sempre aperto alla raccolta. Questo l’obiettivo dichiarato di Automobile Heritage Enhancement (AHE), fondo lanciato da Azimut nel maggio 2023 e Hypercar Premium Partner di Ferrari, grazie a cui ha potuto investire in auto molto speciali del marchio generalmente riservate a un gruppo molto ristretto di collezionisti come i due prototipi T-Car 499P. Le auto a marchio Ferrari costituiscono almeno il 50% del portafoglio.
Il fondo AHE ha una dimensione di oltre 200 milioni di euro e investito costantemente circa il 90% della raccolta, completando 36 investimenti e 5 disinvestimenti. In portafoglio detiene 31 autovetture, con un valore medio superiore ai 5 milioni di euro. Esistono tre classi di investimento per diverse tipologie di investitori: la prima dedicata agli investitori retail di fascia alta, la seconda agli investitori istituzionali e infine una terza per i collezionisti con un importo minimo di sottoscrizione di 1 milione di euro, che offre anche la possibilità di conferire in natura auto della propria collezione in cambio di quote del fondo. Ad oggi la maggior parte degli investitori sono retail, seguiti da clienti istituzionali e collezionisti di alto livello. Dal lancio al primo trimestre 2025, il rendimento netto di AHE è stato del 17,5% per la classe retail private e del 18% per la classe dedicata ai collezionisti.
«Investire nel fondo AHE significa innanzitutto diventare proprietari di una collezione di auto uniche e difficilmente accessibili all’investitore comune, con garanzie massime sulla qualità delle auto in collezione, spesso assenti in un mercato non regolamentato come quello delle auto usate. Inoltre, le economie di scala del fondo permettono di ridurre i costi di fissi di gestione della collezione e la sua presenza globale permette di efficientare la fiscalità delle auto. Con AHE, inoltre, si entra a far parte di un “club” con la possibilità di vivere esperienze indimenticabili come assistere alla 24 Ore di Le Mans dai box o guidare supercar a fianco di veri piloti», sottolinea Giuseppe Pastorelli, senior portfolio manager del Gruppo Azimut e membro del comitato di investimento AHE.
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