M&A italiano: scende il numero di deal, ma aumenta il loro valore. Lo rileva Datasite
Il mercato italiano delle fusioni e acquisizioni ha subito un nuovo rallentamento nel terzo trimestre, anche se il valore complessivo ha mostrato una certa resilienza. Sono state annunciate in totale 282 operazioni,
in calo del 22,3% su base annua, oltre che il minimo trimestrale più basso da molti anni. Nonostante il calo del numero di deal, il loro valore totale è aumentato del 22,6% a 22,3 miliardi di euro, sostenuto dal robusto flusso di operazioni nei settori industriale ed energetico. Lo rileva lo studio “Deal drivers: Emea Q3 2025” di Datasite.

Secondo la ricerca, il settore Industry & Commercial (I&C) ha continuato a dominare le operazioni di M&A in Italia, con un valore totale in crescita del 63,6% su base annua a 9 miliardi di euro, grazie all’accelerazione del processo di consolidamento nei settori automobilistico e manifatturiero.
Il settore energy, mining and utilities (EMU) tuttavia, ha registrato l’incremento più significativo, con un aumento di oltre 10 volte a 4,7 miliardi di euro, riflettendo un rimbalzo dai livelli insolitamente bassi del terzo trimestre 2024. Il settore dei beni di consumo, nel frattempo, ha registrato un calo del 40% a 2 miliardi di euro, evidenziando una persistente debolezza della spesa discrezionale.
Rispecchiando il suo primato in termini di valore, il settore I&C è rimasto il segmento più attivo in termini di volume con 65 operazioni, sebbene in calo del 27% su base annua. Il settore TMT ha registrato una contrazione più marcata del 36,2%, con 37 annunci di operazioni, a causa del calo dell’attività nel settore digitale e delle telecomunicazioni. Le operazioni nel settore dei beni di consumo si sono dimostrate leggermente più stabili, con un calo del 20,4% a 43 operazioni, poiché gli investitori hanno continuato a concentrarsi sui beni essenziali e sui marchi orientati al valore nella fascia di capitalizzazione più bassa.

Le tre maggiori operazioni del 2025 sono state: l’acquisizione di Iveco Group da parte di Tata Motors; la vendita di Italiana Petroli (IP) a State Oil; l’acquisto della divisione difesa di Iveco Group da parte di Leonardo.

Secondo Datasite, le prospettive per i deal potrebbero migliorare nel 2026, con l’accelerazione della riforma delle norme italiane in materia di acquisizioni. In combinazione con il continuo consolidamento sostenuto dallo Stato nei settori strategici, ciò potrebbe mantenere l’Italia nel mirino dei fondi sia nazionali che transfrontalieri, anche se l’attività complessiva rimane selettiva.