Npl, Davis & Morgan: creare valore nella complessità
di letizia ceriani
Davis & Morgan nasce a Milano nel 2003 come Davis & Morgan Consulting, per poi ribattezzarsi Davis & Morgan Merchant Bank nel 2007. Lo scopo dell’investment bank fondata dal ceo Andrea Bertoni coincide con il claim iniziale: supportare le imprese, in particolare nel mercato immobiliare, nella ricerca di finanziamenti bancari per crescere. È solo nel 2008, con l’iscrizione all’Albo, che diventa a tutti gli effetti un intermediario finanziario indipendente. Con l’allargamento della compagine societaria e l’ingresso nel 2016 del presidente Hugh Malim, e l’anno successivo della famiglia Oetker, proprietaria tra le altre della società multinazionale Hero AG, Davis & Morgan si incammina sull’accidentato sentiero degli NPL (non performing loans) – in particolare immobiliari – e inizia ad assumere un ruolo di riferimento per gli istituti bancari e riconoscibilità presso gli investitori internazionali. Dai suoi albori, la realtà si afferma come una «società di turnaround immobiliare a partire dal credito» e, da più di un decennio, è tra i principali player del mercato come numero di transazioni nel settore dei crediti ipotecari garantiti da immobili residenziali nel capoluogo meneghino. Una squadra, composta oggi da circa 15 risorse, tra avvocati, consulenti finanziari e operativi, è verticalizzata sui vari ambiti di attività della società, a partire dalla ricerca di finanziamenti per le piccole e medie imprese in un mercato, quello dei crediti deteriorati, che negli ultimi anni ha vissuto alti e bassi. «Mi occupo di supporto alle imprese più o meno da sempre – racconta il ceo in un’intervista a MAG -. quelle che non hanno progetti di sviluppo, oppure che vogliono sanare situazioni critiche. Ecco quello che facciamo in Davis & Morgan: portiamo finanza per risolvere i problemi».
In fieri
Nel secondo trimestre 2025, lo stock lordo di Npe (Non Performing Exposures) delle banche significative europee si è attestato a 373 miliardi di euro, rispetto ai 376 miliardi di euro del trimestre precedente. È quanto risulta dal Market Watch Npl presentato da Banca Ifis lo scorso autunno. Il calo sarebbe dovuto sostanzialmente alla diminuzione degli stock in Italia e Spagna mentre continuano a crescere i crediti deteriorati in Germania e Francia. Rimane basso dunque il tasso di deterioramento del credito nel nostro Paese, anche se a pesare di più è quello delle imprese; tra queste, quelli edili presentano il tasso di deterioramento maggiore (3,0%), seguite dai servizi di alloggio e ristorazione (2,6%) e dal commercio (2,4%). In generale, però, si conferma il trend di riduzione dello stock di credito deteriorato in Italia che si è ridotto di -86 miliardi di euro nel decennio 2015- 2025.
Nel solco di questo andamento, racconta il ceo di Davis & Morgan, ci si deve muovere con cautela e competenza. «Ho sempre cercato di fare operazioni avendo come obiettivo quello di creare valore dove gli altri vedono solo problemi, e con questo spirito lavora tutta la squadra. Il settore real estate, e quello dell’hospitality, vivono un momento critico ma ricco di opportunità». Piatto signature della società è proprio il comparto immobiliare, teatro di moltissime operazioni nell’ultimo biennio. E lo conferma il racconto di Bertoni.
Nella primavera del 2024, infatti, è stato suo il merito del rilancio dello storico Bagno Franco Mare di Pietrasanta, prima di Prelios, tramite la cessione a Leonardo Maria Del Vecchio (dove oggi sorge Casa Fiori Chiari Versilia). I proventi sono stati reinvestiti nella complessa operazione di vendita dell’hotel di lusso comasco L’O Hotel – al centro di un percorso di ristrutturazione del debito che aveva portato la società ad acquisire i crediti del valore nominale di circa 18 milioni –, al gruppo pugliese Marseglia. Più di recente, ha emesso un prestito obbligazionario per un importo pari a 15 milioni di euro destinato a investitori istituzionali. A settembre 2025, un altro deal ha riguardato un grosso centro commerciale cinese – China Mercato – e la rilevazione di tutta la creditoria. «Cerco di fare quello che ho sempre fatto: creare valore dove gli altri invece il valore non lo vedono, ma vedono invece un problema; mi piace, mi appassiona, è una vocazione».
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