Marco Morelli nuovo ad di Mps, si dimette il presidente Tononi
Dopo oltre 5 ore di cda, alla fine è stato cooptato all’unanimità e senza sorprese Marco Morelli (nella foto) quale nuovo amministratore delegato di Banca Monte dei Paschi di Siena. Morelli avrà anche il ruolo di direttore generale ed entrerà in carica dal 20 settembre. Tuttavia una sorpresa c’è stata, perché nel frattempo il presidente Massimo Tononi, a quasi un anno dalla sua nomina a Siena, ha rassegnato le dimissioni annunciando che resterà però in carica fino all’assemblea che approverà l’aumento, prevista per ottobre – novembre.
Le dimissioni di Tononi, che a quanto pare non sono legate a qualche contrarietà rispetto alla nomina di Morelli quanto piuttosto a un dissenso rispetto all’uscita di Viola, non sembrano in ogni caso destare preoccupazioni all’interno del consorzio di banche che ha firmato un pre-accordo per la garanzia dell’operazione sul capitale, guidato da JP Morgan e Mediobanca.
Morelli, romano, 54 anni, con una lunga esperienza in banche internazionali, è oggi a capo in Italia di Bank of America Merrill Lynch, uno degli istituti impegnati a sostenere il piano di rilancio della banca toscana (leggi qui il suo profilo). Prende il posto di Fabrizio Viola, che ha dato disponibilità fino al 15 ottobre a dare il proprio contributo in un’ottica di adeguata “business continuity”. Sul tavolo un piano che prevede la cessione di 9,2 miliardi di sofferenze nette e un aumento fino a 5 miliardi di euro per coprire le perdite e i nuovi accantonamenti e presentare una banca comunque solida al mercato.
Al nuovo ad toccherà il difficile compito di convincere il mercato sulla bontà dell’operazione e quindi gli investitori a puntare sull’eventuale buono stato della banca partecipando all’aumento. Investitori che, stando ai rumors, avrebbero finora reagito con freddetta, complici anche le incertezze legate all’esito del referendum costituzionale, ancora privo di data certa e atteso tra fine novembre e inizio dicembre.
Probabile allora che l’addio di Viola e la nomina di Morelli siano avvenute in relazione alla necessità di allungare i tempi di realizzazione dei programmi del Monte, tra i quali la ricapitalizzazione, spostata al 2017, e un eventuale piano industriale post aumento che secondo indiscrezioni doveva essere presentato questo mese ma che ora potrebbe slittare di qualche settimana per dare modo al nuovo ceo di valutarlo.
L’opportunità di avere chiarezza sui tempi del referendum, e sul suo esito, sta consolidando le attese che l’aumento di capitale possa riposizionarsi a febbraio, quando Mps avrà in mano tra l’altro i conti di fine anno. Nel frattempo Morelli potrà sciogliere il rebus del coinvolgimento o meno dei titolari di bond subordinati di Mps e magari trovare con gli advisor qualche investitore di sostegno, “anchor investor”, di cui si sente parlare da qualche settimana ma di cui finora non vi è traccia. Proporre una conversione volontaria, come alcune fonti che lavorano al dossier ipotizzano, avrebbe il merito di limitare la richiesta di aumento di capitale, oggi fino a 5 miliardi. Estendere la facoltà anche ai titolari retail comporterebbe tempi più lunghi per la predisposizione dei prospetti ma allargherebbe la base. Riuscendo a far dimagrire, secondo alcuni fino di 2 miliardi, l’ammontare dell’aumento.
A distanza di sei anni, dunque, Morelli torna a Siena. Il manager, in linea con le condizioni economiche applicate a Viola, percepirà una retribuzione annua lorda di 1,865 milioni: 1,4 milioni come d.g., a cui si aggiungono di 465mila euro (di cui 65mila per la carica di consigliere) come ad. Prevista una parte variabile che sarà determinata annualmente a fronte del raggiungimento di obiettivi determinati in coerenza con il piano industriale.