Editoria, Itedi e L’Espresso verso la fusione

Quando è l’m&a ad andare in soccorso dell’editoria. Ma non di un’editoria qualunque, quella del gruppo L’Espresso di Carlo De Benedetti  (54% Cir e 46% altri azionisti), e di ITEDI (per il 77% di proprietà di Fca e per il 23% della famiglia Perrone), dentro i quali vivono i giornali La Repubblica, La Stampa, Il Secolo XIX e i quotidiani locali di Finegil.

Le due realtà hanno infatti annunciato, nella serata del 2 marzo, la firma di un memorandum d’intesa finalizzato alla creazione del gruppo leader editoriale italiano nonché uno dei principali gruppi europei nel settore dell’informazione quotidiana e digitale mediante fusione per incorporazione di ITEDI con il Gruppo Editoriale L’Espresso.

Nasce così un colosso che a dicembre arrivava a una diffusione giornaliera carta più digitale di 852mila copie, forte di ricavi per circa 750 milioni e con «la più alta redditività del settore e non gravate da debiti», come riportato nella nota.  Il nuovo gruppo, inoltre, «avrà la forza patrimoniale e le dimensioni adeguate per rispondere alle sfide del settore, promuovendo progetti innovativi e originali sviluppati per una molteplicità di piattaforme distributive». 

L’operazione, il cui closing è previsto per il primo trimestre del 2017, consentirebbe di unire la forza di testate storiche autorevoli e i numerosi giornali locali che nel 2015 hanno raggiunto nel loro insieme circa 5,8 milioni di lettori e oltre 2,5 milioni di utenti unici giornalieri sui loro siti d’informazione. Al momento non ci sono advisor finanziari nell’operazione (per i legali vai su legalcommunity.it)

La fusione avverrà sulla base di un concambio che sarà stabilito puntualmente negli accordi definitivi, subordinatamente alla due diligenze e ad altre condizioni. All’esito dell’operazione, CIR resterà azionista di controllo, con una quota del 43% del Gruppo Editoriale L’Espresso. Si diluiranno gli altri soci dei due gruppi, a partire dalla famiglia Perrone (proprietaria del Secolo XIX) che avrà il 5%, a Jacaranda Caracciolo Falck, figlia del fondatore di Repubblica Carlo Caracciolo (fratello di Marella, moglie dello scomparso Gianni Agnelli). Altri azionisti Fca saranno poi all’11% circa e, infine, il 36% circa del capitale sarà costituito da flottante. 

La società risultante dalla fusione resterà quotata alla Borsa Italiana.

«L’accordo segna una svolta importante per il Gruppo Espresso che avvia oggi un nuovo percorso di sviluppo, garanzia di un solido futuro in un mercato difficile», ha dichiarato il presidente del Gruppo L’Espresso De Benedetti. Dal canto suo il presidente di Fca, John Elkann, in una lettera inviata ai dipendenti Itedi ha voluto rassicurare sul fatto che «il rispetto dei valori di integrità e indipendenza che ha guidato fino ad oggi le nostre testate, resterà immutato». Di «accordo di grande valore industriale per il Gruppo L’Espresso, che con l’ingresso di due testate autorevoli e radicate come La Stampa e Il Secolo XIX si rafforzerebbe ulteriormente», ha poi parlato l’ad Monica Mondardini

Il buon esito dell’operazione – che dovrà essere approvata entro fine giugno con la firma degli accordi definitivi con fissazione del concambio – a questo punto è legato anche al vaglio di Agcom e Antitrust. Per il settore editoria infatti, esiste un limite del 20% della tiratura complessiva dei quotidiani in Italia, finalizzato a garantire il pluralismo ed evitare forme di concentrazione. Limite che la nuova super società dovrebbe superare di poco. 

Contestualmente, Fca ha annunciato di voler distribuire ai propri azionisti tutte le proprie partecipazioni detenute nelle società editoriali per concentrarsi totalmente nelle attività automobilistiche. E dunque tra queste rientra anche la partecipazione del 16,7% finora detenuta da Fca in Rcs, società che pubblica Il Corriere della Sera. «Con questa operazione giunge a compimento il ruolo svolto, prima da Fiat e poi da Fca, per senso di responsabilità nel corso di oltre quarant’anni, che ha permesso di salvare il Gruppo editoriale in tre diverse occasioni, assicurando le risorse finanziarie necessarie a garantirne l’indipendenza e quindi a preservarne l’autorevolezza», scrive in un comunicato Fca. 

 

Noemi

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