GRANDI STAZIONI VERSO LA PRIVATIZZAZIONE CON ROTHSCHILD

Grandi Stazioni corre sui binari della privatizzazione. La gara per la controllata retail di Ferrovie dello Stato dovrebbe scattare la prima settimana di maggio, quando l'advisor Rothschild pubblicherà un bando internazionale per attirare i possibili acquirenti. Ad aver richiesto il dossier sarebbero stati già i fondi sovrani Adia, di Abu Dhabi investment, Qia del Qatar e il Gic di Singapore e tra gli operatori di real estate la francese Klépierre, la franco-olandese Unibal Rodamco. Poi ci sono i fondi di private equity Cvc, Bain, Cinven, Blackstone e i fondi infrastrutturali come Antin e Ardian.

In vendita dovrebbe andare solo l’attività retail, in sostanza i 450 negozi posizionati nei 14 scali in Italia, con 100mila metri quadrati di superficie commerciale, che si ricaverà attraverso una scissione di Grandi Stazioni in tre diverse newco: Gs rail, che passerà al 100% alle Fs e coordinerà le attività di facility management, sorveglianza e illuminazione degli spazi che saranno date in appalto a terzi; Gs real estate e Gs retail, l’oggetto vero e proprio della dismissione. I soci privati saliranno così dal 40% a poco sotto il 50% a titolo di compensazione della cessione di tutta la Gs rail alle Fs. Questa serie di operazioni straordinarie si concluderanno entro il 31 luglio, data stabilita per la consegna delle offerte non vincolanti a Ferrovie, affiancata dai legali di Gianni Origoni Grippo, ed Eurostazioni, seguita da Legance. In vendita andrà un business che nel 2014 valeva un ebitda di 44 milioni ma che, secondo chi ha scritto il piano, arriverà a 100 in meno di cinque anni a fronte di 210 milioni di ricavi.

Noemi

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