Snam, annuncia 6,5 miliardi di investimenti 2023 e compra Renerwaste

Snam presenta il piano strategico 2019 – 2023, annunciando 6,5 miliardi di euro di investimenti nell’arco del quinquennio (il 14% in più rispetto al piano precedente), fra le altre cose nella transizione energetica, e puntando al contempo a un aumento medio annuo (al 2023 rispetto al 2017) dell’utile netto di oltre il 4%, dell’utile per azione del 5,5% e dell’ebitda di oltre il 3% nel periodo.

Acquisizione di Renerwaste
In linea con quanto presentato oggi 21 novembre, la società guidata dall’amministratore delegato Marco Alverà (nella foto) ha anche completato, attraverso la nuova società controllata Snam 4 Environment, l’acquisizione da Ladurner Ambiente e da AB Invest di una quota di circa l’83% di Renerwaste, una delle maggiori società attive in Italia nelle infrastrutture di biogas e biometano, per un esborso al closing, comprensivo del rimborso di finanziamenti dei soci, di circa 46 milioni. L’operazione, interamente finanziata con fondi propri, prevede la possibilità per Snam di acquisire, a partire da giugno 2020, anche il restante circa 17% del capitale sociale detenuto da Ecopartner. Le attività di Renerwaste (tre impianti e, al verificarsi di determinate condizioni entro il 2022, le società titolari di autorizzazioni per la costruzione di altri due impianti) generano oggi ricavi annui per oltre 20 milioni e impiegano circa 50 persone.

Nell’operazione Equita è stata financial advisor del venditore Ladurner Ambiente con Carlo Andrea Volpe, Co-Responsabile Investment Banking della società.

Cedola a + 5%
Tornando ai dati, la cedola è prevista in crescita del 5% annuo al 2022, confermando il target precedente. Per l’esercizio 2019 il dividendo complessivo distribuito nel 2020 sarà pari a 0,2376 euro per azione di cui il 40% a titolo di acconto con pagamento a gennaio 2020 come deliberato dal cda del 13 novembre 2019, mentre il restante 60% a saldo con pagamento a giugno 2020, da sottoporre alla successiva approvazione all’assemblea degli azionisti che approverà il bilancio 2019.

Il gruppo guidato da Alverà punta anche alla ripresa del programma di buyback con il lancio di una tranche da 150 milioni, nell’ambito dell’autorizzazione ricevuta dall’assemblea lo scorso 2 aprile.

Investimenti
Quanto agli investimenti, la crescita rispetto al piano precedente è riconducibile sia ai nuovi business della transizione energetica sia all’incremento degli investimenti in sostituzioni. In dettaglio, 5,3 miliardi degli investimenti del piano riguardano la rete di trasporto, 800 milioni lo stoccaggio e la rigassificazione e 400 milioni i nuovi business legati alla transizione energetica.

Nell’ambito del piano di investimenti, crescono del 65% a oltre 1,4 miliardi (di cui 1 miliardo in Rab) le iniziative del progetto SnamTec (Tomorrow’s Energy Company), il cui obiettivo è accelerare la capacità innovativa di Snam e dei suoi asset per cogliere le opportunità offerte dall’evoluzione del sistema energetico. Per il periodo 2019-2023 Snam ha previsto di raddoppiare gli investimenti nei nuovi business per la transizione energetica ad almeno 400 milioni, rispetto a 200 milioni del precedente piano.

Snam prevede di rafforzare il piano di efficienza lanciato nella seconda metà del 2016, con oltre 65 milioni di risparmi attesi al 2023 rispetto al 2016 (60 milioni nel precedente piano). A fine 2019 i risparmi ammonteranno a circa 50 milioni, target precedentemente previsto per il 2021.

Sul fronte della strategia di internazionalizzazione, Snam ha ulteriormente rafforzato la propria posizione di leader nelle infrastrutture energetiche in Europa con la recente acquisizione di Desfa in Grecia, perfezionata a fine 2018. Il contributo all’utile netto delle società consociate internazionali (Tag e Gca in Austria, Teréga in Francia, Interconnector Uk, Desfa e Tap) sarà pari a circa 160 milioni nel 2022, consolidando la leadership europea di Snam. Per quanto riguarda Tap, di cui Snam è azionista al 20%, lo stato di avanzamento dei lavori è pari a circa il 90%. Si confermano le attese di completamento dell’opera entro la fine del 2020.

L’attività di ottimizzazione della struttura finanziaria condotta negli ultimi tre anni ha portato a una riduzione del costo medio del debito dal 2,4% del 2016 a circa 1,1% nei primi nove mesi del 2019. Nell’arco di piano Snam prevede di mantenere un rapporto tra debito netto e Rab ben al di sotto del 60% previsto per una società con un rating di Baa1 per Moody’s, un notch superiore rispetto al rating di Snam (Baa2).

“Con il nuovo piano al 2023 rafforziamo il ruolo di Snam nella transizione energetica e proseguiamo il percorso di crescita e di remunerazione degli azionisti facendo leva sui risultati raggiunti in questi anni, sulla maggiore efficienza operativa e sulla riduzione degli oneri finanziari, sulla totale integrazione dei fattori ambientali, sociali e di governance nella gestione dell’azienda e su uno scenario di mercato nel quale le nostre infrastrutture hanno un ruolo sempre più centrale per la decarbonizzazione”, commenta Alverà.

Infine, rispetto all’anno in corso Snam migliora la guidance su utile netto 2019 (1,080 miliardi), portando la crescita dell’utile per azione a +32% dal 2016. Per il 2020 Snam si attende un utile netto in crescita a circa 1,100 miliardi e un livello di indebitamento a fine anno pari a circa 12,4 miliardi, escludendo l’assorbimento di circolante di natura tariffaria atteso a circa 100 milioni. La Rab per i ricavi 2020 è prevista a circa 20,6 miliardi.

Noemi

SHARE