MINIBOND, OLTRE 4 MILIARDI EMESSI NEL 2014 DA 96 AZIENDE

Se il 2014 si è concluso con un valore complessivo di oltre 4 miliardi e 500 milioni di euro, nel 2015 i MiniBond sono pronti al decollo definitivo. Secondo quanto ha rilevato la società di consulenza finanziaria torinese ADB – Analisi Dati Borsa, le emissioni obbligazionarie delle società non quotate cresceranno in maniera costante, anche in seguito alle novità normative introdotte dal governo Renzi e delle maggiori garanzie a sostegno delle imprese.

Con le ultime sei emissioni, si legge nello studio, sale a 96 il numero delle aziende che hanno scelto questa via alternativa. Più della metà delle emissioni quotate in Borsa è avvenuta tra luglio e dicembre 2014,  evidenzia ADB, «a dimostrazione della crescente consapevolezza, in particolare delle PMI, delle opportunità offerte dai MiniBond per accedere a una platea più ampia di soggetti finanziatori (compagnie assicurative, fondi di credito, società di cartolarizzazione e investitori professionali), in un contesto in cui la dipendenza dal sistema bancario sfiora il 92%».

Nel dettaglio, sono state 70 le emissioni sotto i 50 milioni di euro, per un valore complessivo di 800 milioni di euro; 26 quelle sopra i 50 milioni di euro, per un totale di 3 miliardi e 700 milioni. Cinque anni, invece, la durata media del prestito obbligazionario, le cui condizioni di emissione si sono progressivamente attestate su livelli di tassi cedolari compresi tra il 5% e il 6,5%, con un notevole restringimento dei costi pagati dalle aziende emittenti.

In ottica di una maggiore trasparenza, è in rialzo anche l’utilizzo del rating pubblico a garanzia della qualità dell’emissione.

Numerosi, infine, gli attori istituzionali – anche bancari –, che hanno dedicato divisioni ad hoc per l’accompagnamento delle imprese durante il percorso di collocamento.

La recente instabilità politica non ha comunque frenato la progressiva liberalizzazione attraverso i Decreti legislativi “Sviluppo”, “Destinazione Italia” e “Competitività”. Gli ulteriori interventi normativi, tra cui il Fondo di garanzia introdotto dal Ministero dello Sviluppo Economico a novembre, uniti all’interesse dei fondi pensione nei confronti di queste obbligazioni, hanno posto le basi per l’espansione del mercato. Mentre anche all’estero si inizia a valutare con interesse lo scenario italiano, il Fondo Italiano d’Investimento ha in programma a breve la prima tranche di sottoscrizione di investimento in fondi di MiniBond.

In tale contesto, sottolinea la ricerca, «la possibilità di diversificare le fonti di finanziamento a medio-lungo termine e di aprirsi alle logiche di mercato rappresenta un passaggio evolutivo importante per il tessuto delle aziende italiane».

«Dall’automotive al settore informatico, la pipeline di imprese che stiamo accompagnando verso il mercato dei capitali di debito è davvero variegata – conclude Mario Bottero, head of SMEs advisory di ADB –. Nei prossimi mesi ci aspettiamo un ulteriore incremento di emissioni di MiniBond e che, in molti casi, la quotazione di questo titolo obbligazionario possa essere considerata l’anticamera di una futura quotazione in Borsa».

Un quadro, conclude lo studio, che lascia intravedere «incoraggianti prospettive per i titoli obbligazionari emessi da aziende non quotate», che hanno debuttato sul segmento ExtraMOT PRO a luglio 2013 e che si stanno sempre di più affermando come strumento da affiancare al credito bancario per finanziare piani di sviluppo e di internazionalizzazione.

Noemi

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