Experian-APSP: in un anno risparmiati oltre 353 milioni per frodi sventate

Si è svolto ieri a Milano il workshop “Nuove tecnologie e sicurezza: digitalizzazione, regolamentazione, frodi” organizzato da Experian e A.P.S.P. (Associazione prestatori di servizi di pagamento). Al centro del dibattito, le questioni da risolvere con maggiore urgenza per garantire ai consumatori la massima sicurezza contro le frodi nei pagamenti e per individuare soluzioni sicure contro il furto d’identità.
“Simili tematiche sono di grande interesse per le aziende che, nel mercato digitalizzato, devono erogare servizi riducendo la complessità per il cliente senza aumentarne i rischi” – ha dichiarato il presidente A.P.S.P., Maurizio Pimpinella. “Purtroppo però ancora troppe aziende hanno difficoltà ad adeguasi ad una normativa in continua evoluzione e sottostimano il rischio delle frodi. Si rende quindi sempre più necessaria la collaborazione di tutti gli operatori del settore: le competenze vanno messe a sistema e serve maggiore formazione per i professionisti ed informazione per i consumatori perché, con la rapida evoluzione tecnologica, il rischio di incorrere in un digital gap è davvero dietro l’angolo”.

“Oggi le frodi sono diventate completamente industrializzate – ha aggiunto l’ad di Experian, Angelo Padovani – basti pensare che il giro d’affari equivalente ha raggiunto il livello del mercato degli stupefacenti e il fenomeno è in costante aumento in tutto il mondo, facilitato da diversi fattori, primo fra tutti la multicanalità. I tradizionali modelli di scoring usati in area rischio di credito non sono in grado di intercettare adeguatamente i casi frode, dato che i frodatori oggi sanno come superare certi controlli e sono in grado di presentarsi come buoni clienti, con determinate caratteristiche come un alto reddito o l’elevata anzianità lavorativa”.

Da un’analisi realizzata sul caso reale di un’azienda italiana è emerso per esempio che più del 50% dei clienti ad alto rischio frode presenta un rischio credito medio-basso. La scelta dell’approccio analitico più adatto dipende dalle caratteristiche del portafoglio e dalla disponibilità dei dati: tipologia della frode, numerosità di casi di frode nel portafoglio, verifica fattibilità tecnica della soluzione. Il modello deve consentire una accurata previsione dell’evento frode, minimizzando la possibilità di falsi positivi. La scelta della strategia più idonea ha origine solo dopo un’analisi che consente di suddividere i casi in base al livello di rischio (alto, medio, basso), alla forma tecnica (prestito, vendita online, vendita in negozio) e all’ammontare del prestito (alto o medio-basso)”.

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