FINNAT, NEW MILLENNIUM SICAV GUARDA ALLA QUOTAZIONE IN BORSA

New Millennium Sicav, costituita da Banca Finnat nel 1999, si prepara per sbarcare a Piazza Affari.

La società, che comprende oggi 14 comparti per oltre 650 milioni di euro di asset, ha infatti inoltrato, per 13 propri comparti, la domanda di ammissione alla quotazione sul nuovo segmento della Borsa Italiana dedicato alla negoziazione dei Fondi aperti. La formalizzazione della domanda di ammissione arriva dopo un iter di oltre un anno, da quando Borsa Italiana, per la prima volta, diede notizia con un proprio avviso del progetto relativo all'introduzione di questo segmento.

Il pricing della classe 'L' e' stato determinato prendendo come riferimento le commissioni previste nella corrispondente classe destinata agli Istituzionali e aggiungendo uno spread fisso per tutti i comparti quale remunerazione degli oneri sostenuti per il listing. Ne risultano dunque – per ciascun fondo – commissioni più vantaggiose delle corrispondenti classe 'A' destinate alla distribuzione sui canali tradizionali del collocamento.

Gli Oicr che si quotano devono individuare un "intermediario Incaricato", che quotidianamente si impegni a negoziare in Borsa quelle quote dei Fondi per dare soddisfazione a quegli ordini che non hanno trovato contropartita e che rischierebbero di restare ineseguiti. In questo caso l'Intermediario Incaricato sarà Banca Finnat con la quale New Millennium Sicav ha concluso un accordo contrattuale e che è promotore, distributore principale e general advisor della quotazione.

«New Millennium Sicav è stata da subito interessata a questa iniziativa – ha commentato Alberto Alfiero, presidente del Cda della New Millennium e vice direttore generale di Banca Finnat -. Si crea per i fondi un ulteriore canale di vendita complementare rispetto alla tradizionale piattaforma distributiva. Il canale del Collocamento continuerà' a essere giustamente apprezzato da quegli investitori che ricevono una prestazione consulenziale e una effettiva assistenza post vendita: la qualità del servizio ricevuto giustifica il maggior onere commissionale. Coloro però che quel servizio di qualità non lo ricevono, utilizzando la Borsa, non ne subiranno il costo».

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