Generali riorganizza le prime linee, de Courtois è general manager

Generali cambia l’assetto organizzativo su proposta del Group Ceo, Philippe Donnet (nella foto), per prepararsi al varo del piano strategico 2019-2021, che sarà presentato a febbraio e che, spiega la compagnia triestina, “si basa su tre pilastri: ottimizzazione finanziaria, crescita profittevole, innovazione e trasformazione del business model”.

Nel dettaglio, il consiglio di amministrazione ha deciso di creare la figura di general manager affidando la posizione a Frederic de Courtois. A diretto riporto del ceo, il manager avrà la responsabilità sulle aree chief financial officer, chief marketing & customer officer, mergers & acquisitions, strategy & business accelerator e operations & insurance.

Sul fronte della direzione finanza, l’attuale group cfo, Luigi Lubelli, lascerà la compagnia e il suo posto andrà a Cristiano Borean, attualmente cfo di Generali France, che entrerà a far parte del group management committee. Borean sarà il dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili e societari.

È stata inoltre riorganizzata la struttura Global business lines & international con l’assegnazione al country manager Italy, Marco Sesana, della responsabilità di global corporate & commercial, Generali employee benefits e Generali global health, mentre al country manager France, Jean-Laurent Granier, viene affidata la responsabilità di Europ Assistance Group.

Per quanto riguarda le società operative e le regioni (Asia, Americas & Southern Europe, Spain e Switzerland) viene infine creata la nuova posizione di ceo international, affidata a Jaime Anchùstegui Melgarejo.

 “Stiamo lavorando al completamento del Piano 2016-18 e dall’inizio dell’anno stiamo definendo il Piano strategico 2019-2021 – ha commentato Donnet -. Sappiamo quali sono le direttrici e cosa devono fare le Generali per perseguire una strategia di crescita a beneficio di tutti i nostri stakeholder. La nuova organizzazione ci mette nelle condizioni di poter perseguire questi obiettivi, rendendo più efficiente la gestione del gruppo”.

I risultati

Nel frattempo il gruppo ha approvato i conti semestrali che vedono un risultato operativo a 2,53 miliardi, in aumento del 2,7% “grazie al miglioramento di tutti i segmenti di business” mentre l’utile netto si attesta a 1,329 miliardi (+8,8%) “grazie anche alla positiva performance non operativa e al risultato delle dismissioni avvenute nel periodo”. Fra le altre, la cessione della quota in Ntv ha fruttato 113 milioni di euro.

Il combined ratio migliora al 92%, in calo di 0,8 punti percentuali, “nonostante il rilevante impatto delle catastrofi naturali” mentre l’Operating Roe annualizzato è al 12,5% a fronte di un dato medio di periodo 2015-2018 – si precisa – pari al 13,4%, in linea con il target strategico.
I premi risultano in crescita a 35,1 miliardi (+6,5%) “grazie allo sviluppo di entrambi i segmenti di business” (Vita +8,6% e Danni +2,1%). Infine, il Regulatory Solvency Ratio si attesta al 201% e l’Economic Solvency Ratio al 221%. Il gruppo ribadisce inoltre che sono stati superati 1,5 miliardi di euro di dismissioni effettuate, oltre il target di 1 miliardo, nell’ottica di razionalizzazione della presenza geografica.

In termini di volumi, i premi complessivi del gruppo, pari a 35,1 miliardi, riflettono la crescita già osservata nel primo trimestre dell’anno. L’aumento del 6,5% è attribuibile agli andamenti positivi in entrambi i segmenti di attività. Con riferimento alle linee di business, il Vita cresce infatti dell’8,6%, principalmente grazie allo sviluppo dei prodotti risparmio (+9,1%), in particolare in Italia a seguito delle azioni sul portafoglio esistente che hanno portato al rinnovo di polizze collettive per un ammontare di circa 1,2 miliardi. Positivo anche l’andamento delle linee puro rischio e malattia (+12,3%) osservato nella quasi totalità dei paesi di operatività del gruppo, e dei prodotti unit-linked (+4,3%), soprattutto in Francia.

La raccolta netta Vita di Gruppo, pari a 5,7 miliardi, si mantiene sugli stessi livelli dello scorso anno, riflettendo una forte accelerazione nel secondo trimestre. Le riserve tecniche Vita – escludendo le passività differite verso gli assicurati – ammontano a 341,97 miliardi. L’aumento a perimetro omogeneo si attesta a 1,8%; in particolare, le riserve unit-linked crescono del 2,2%.

Noemi

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