Real Estate, la ripresa parte da Milano

di laura morelli

È stato uno dei settori più colpiti dalla crisi, registrando una riduzione degli scambi di oltre il 10% negli ultimi due anni e una svalutazione del patrimonio fino al 30%. Ma negli ultimi tempi è tornato prepotentemente sulla scena finanziaria del Paese, coinvolgendo fondi, banche e privati. Stiamo parlando del real estate, un mercato che nel 2014, secondo l’ultima ricerca di Tecnocasa, ha dato segnali concreti di ripresa con le transazioni cresciute del 3,6%, un segno più che non si vedeva da anni.
Inoltre, l’Italia, secondo Cbre, sta catalizzando l’interesse del 6% degli investitori internazionali, il doppio rispetto a qualche ano fa, interessati in particolare a Milano, a quinto posto nella classifica delle migliori 10 dove investire in Europa nel 2015 dopo Londra, Madrid, Parigi e Berlino.

Fra le ultime operazioni, c’è quella del gruppo Hines di Manfredi Catella, il quale, dopo aver messo a segno un colpo grosso con la cessione di Porta Nuova a Milano, dove hanno sede le Unicredit Tower, agli emiri del Qatar per una cifra fra i 500 e i 700 milioni di euro, ha raggiunto altri accordi milionari. Fra questi, l’acquisto dell’Energy Park di Vimercate (MI) dalla britannica Segro per 118,7 milioni e, per conto del Fondo Hines European Core, l’acquisizione per 37 milioni di euro della sede della filiale italiana di Richemont da BNP Paribas Real Estate.

A muoversi negli ultimi mesi è stato anche Prelios ma spostando l’attività su un altro fronte, quello della gestione, come nel caso dell’offerta per Porta Vittoria. Nell’operazione l’ex Pirelli Re ha infatti agito per conto di un gruppo di investitori, i quali verseranno i 320 milioni offerti alla famiglia di Danilo Coppola per rilevare l’area milanese, e dunque senza alcun esborso per la società. Restando a Porta Nuova, lo scorso febbraio Invesco Real Estate, società globale che si occupa di gestione degli investimenti in campo immobiliare, ha acquisito il suo primo edificio in Italia, un immobile ad uso uffici a Milano per conto di un cliente con “separate account”. L’edificio, con i suoi 6.200 mq di superficie, si trova proprio nel quartiere business fra i più importanti e consolidati della città.

Negli ultimi giorni è stata annunciata anche la vendita del primo portafoglio immobiliare di Generali Real Estate, con 28 miliardi di euro di asset under management. Si tratta di un pacchetto di 11 immobili del fondo Scarlatti del valore di circa 300 milioni di euro composto esclusivamente da uffici quasi tutti affittati, situati a Cologno Monzese, Cinisello Balsamo e a Milano.

?Il settore ha coinvolto anche le banche, sia nella compravendita di immobili, come nel caso di Unicredit, che messo sul mercato tre palazzi di pregio nel centro di Roma, tra via del Corso e Fontana di Trevi, per un valore intorno ai 250 milioni di euro, ma anche nell’avvio di progetti di gestione del patrimonio immobiliare direttamente il filiale. Il gruppo di Piazza Gae Aulenti è sceso in campo già dallo scorso anno con Unicredit Subito Casa, società oggi presente in 37 filiali che valuta il patrimonio dei clienti e ne consiglia la gestione più ottimale, mentre nelle ultime settimane anche il concorrente di Ca’ de Sass ha annunciato la creazione di Intesa Sanpaolo Casa, società dedicata alla mediazione e all’intermediazione immobiliare focalizzata sulla compravendita residenziale. Il progetto prevede l’introduzione all’interno delle filiali di Intesa di agenzie immobiliari con personale dedicato.

Il mattone, insomma, sembra risvegliarsi dal letargo provocato dalla crisi, e considerando la congiuntura favorevole, tra l’euro debole, i primi segnali di fiducia dell’economia e la crescente attenzione dedicata all’Italia, fra l’Expo a Milano e il Giubileo a Roma, non potrebbe esserci momento migliore.

Noemi

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