Intesa Sanpaolo corre nel private banking con un utile netto a 74,5 milioni

Intesa Sanpaolo vola nel private banking nel primo trimestre del 2015. Il gruppo ha chiuso il periodo gennaio-marzo con un utile netto di 74,5 milioni, in aumento del 37,4% su anno. Il resoconto intermedio al 31 marzo, approvato dal cda presieduto da Giampio Bracchi e guidato dall’amministratore delegato Paolo Molesini (nella foto), presenta inoltre un significativo incremento delle commissioni nette (+26,4%), per effetto soprattutto della crescita delle commissioni da risparmio gestito (gestioni patrimoniali, fondi e sicav) e prodotti assicurativi, mentre i proventi operativi netti hanno raggiunto quota 161,8 milioni di euro (+25,4%).

In particolare, le masse amministrate sono salite a 89,7 miliardi di euro (+7,4%), mentre la raccolta gestita e polizze si è attestata a 5,4 miliardi da inizio anno.

Prosegue inoltre la diffusione dei servizi di consulenza finanziaria evoluta, sia quelli rivolti ai clienti di fascia alta (private advisory), sia quelli destinati ai clienti di fascia media (advisory), con più di 2.200 clienti che hanno aderito al servizio per un totale di 5,5 miliardi di euro di masse, secondo quanto si legge in un comunicato. La quota di mercato arriva così a sopra il 17%, mentre sale al 20% se viene considerata la sola clientela con patrimonio superiore al milione di euro, target a cui la banca si rivolge.

 

Noemi

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