Ardian più vicina all’uscita da Kos

Il 2016 sta per arrivare e per Kos, fra i principali operatori italiani nei settori della sanità assistita e della riabilitazione, oggi controllato dalla Cir della famiglia De Benedetti (circa 53%) e partecipato dal fondo Ardian (circa il 47%), si avvicina sempre di più al riassetto.

Nel luglio del prossimo anno, infatti, scadrà l’accordo stipulato nello statuto tra Cir e Ardian, che prevede la cessione del 100% del gruppo. Stando a quanto scrive il Sole 24 Ore, Cir intenderebbe restare nel capitale del gruppo. E magari anche rafforzarsi, per affiancare la realtà, nata nel 2002 da un’idea di Rodolfo De Benedetti e del professore Piero Micossi, nei suoi piani di crescita.

Per contro Ardian sarebbe invece pronta a disinvestire, lasciando lo spazio a un nuovo socio di medio-lungo periodo che affiancherà Cir. Dopo l’interesse, poi raffreddatosi, della holding belga Gbl, ora starebbero infatti guardando al dossier altri soggetti nazionali e internazionali, tra cui F2i.

La holding guidata da Monica Mondardini, in ogni caso, si è mossa in anticipo sulla scadenza prevista per il riassetto con le trattative che proseguono da mesi sottotraccia e si sarebbero intensificate nelle ultime settimane.

Kos è una tra le prime realtà italiane nel settore sanitario, presente in settori come le residenze per anziani (dove opera attraverso un brand conosciuto come Anni Azzurri), la riabilitazione (con Santo Stefano) e nelle tecnologie di cura oncologiche con il marchio Medipass. In tutto, la società controlla 77 strutture in Italia con 7.300 posti letto e circa 5mila dipendenti. 

Alla luce dell’ultima semestrale, che ha registrato un utile di 7,6 milioni, il 2015 potrebbe chiudersi per Kos con ricavi oltre 430 milioni e un mol di 70 milioni, a fronte di poco più di 200 milioni di debiti. E di conseguenza oggi potrebbe valere fino a 10-11 volte l’Ebitda, ovvero fino a 770 milioni che, al netto delle passività, diventano 570 milioni.

L’incasso netto per il fondo guidato in Italia da Nicolo Saidelli (nella foto) potrebbe dunque arrivare a 260 milioni (a fronte dei 150 milioni investiti negli ultimi cinque anni).

Noemi

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