CRESCE IL PRIVATE EQUITY IN ITALIA, IL 51% INVESTIMENTI STRANIERI

Se il mercato in generale naviga in acque agitate, certo la tempesta non arriva dai fronti private equity e venture capital, che anzi rappresentano un porto sicuro anche per il denaro straniero.

Stando ai dati raccolti da Aifi e Pwc relativi ai primi sei mesi del 2014, è stato investito un miliardo e 890 mila euro, +34,4% rispetto allo scorso anno, in 139 operazioni (-13,7%). La raccolta sul mercato segna un +167,3%, in totale 434 milioni di euro contro i 162 milioni di euro dello stesso periodo dell’anno precedente.

Al 30 giugno 2014 nel portafoglio degli operatori c’erano 1.214 società, con circa 90 miliardi di fatturato e oltre 400 mila dipendenti.

Oltre la metà del valore (51%) della raccolta indipendente viene da investitori esteri, una presenza in crescita considerando i dati degli anni precedenti, ovvero un 26% registrato nell’intero 2013 e l’11% nel 2012. Non solo sono gli investitori esteri i primi a muovere le acque del mercato italiano, ma sono quelli che conducono le operazioni di maggiore valore: 1,037 miliardi di euro investiti nel semestre per 19 operazioni, dei quali 868 milioni (12 operazioni) effettuati da operatori internazionali senza base fissa in Italia. 

Secondo la ricerca, gli attori principali nella scena del private equity sono i fondi di fondi, responsabili del 39% del totale. Seguono le assicurazioni, (24%) e i fondi pensione e le casse di previdenza con il 14%.

Nel dettaglio, le operazioni di buyout hanno fatto l’exploit, +24,8% rispetto al 2013, tradotto significa oltre un miliardo di euro. In forte crescita anche il numero delle operazioni che segna un +81,8% con 40 deal rispetto ai 22 del primo semestre 2013. Prosegue l’andamento positivo del segmento expansion dove la ricerca ha registrato un +69,5% nell’ammontare investito che si attesta a 703 milioni di euro (erano 415 milioni di euro nel primo semestre 2013), mentre cala del 37,5% il numero delle operazioni, 40, rispetto alle 64 operazioni nello stesso periodo dell’anno precedente.

Dal punto di vista delle dimensioni delle imprese oggetto d’investimento, prevalgono ancora una volta le aziende con meno di 50 milioni di fatturato, che rappresentano il 69,1% del totale (85,7% nel primo semestre del 2013); leggero aumento degli investimenti nelle aziende con più di 250 milioni di fatturato (9,4% nel primo semestre 2014 rispetto al 3,1% dei primi sei mesi del 2013).

Quanto ai disinvestimenti, infine, nel primo semestre del 2014 sono state dismesse 68 partecipazioni, un numero che segna un incremento del 4,6% rispetto alle 65 operazioni nello stesso periodo dell’anno precedente. L’ammontare disinvestito, calcolato al costo storico di acquisto, si è attestato a 886 milioni di euro, contro gli 1,106 milioni del primo semestre del 2013 (-19,9%).

Noemi

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