OPEN MIND, IL PRIVATE EQUITY GUARDA ALLE PMI

di camilla conti

Giovanni Saladino e Domenico Grassi. E’ questo il tandem che guida Open Mind Investment Sicar, il fondo di private equity lussemburghese gestito dalla omonima Management Company con uffici a Lugano e partecipato dal gruppo Unipol Sai che ha fatto un significativo investimento nel capitale. Il target degli investimenti del fondo è composto da aziende piccole e medie situate in Ticino e nel Nord Italia, con un buon potenziale di crescita principalmente nel settore industriale e dell’ energia e fatturati tra i 10 e 30 milioni.

Saladino è stato general manager di BancaGesfid fino ad ottobre 2008. Precedentemente si è occupato di Private Equity per il fondo First Gen-e in cui ha lavorato anche Grassi. Quest’ultimo ha avuto anche esperienze in altri fondi di investimento del gruppo Meliorbanca e di Banca Gesfid di Lugano. E’ stato precedentemente general manager e partner di Electa e del gruppo Elemond – Einaudi per 15 anni , società in partnership con Mondadori, leader nel settore del libro d’ arte, scolastica e narrativa. Saladino e Grassi sono soci della Management Company.

Open Mind, oltre agli investimenti in Energia, ha un portafoglio di piccole e medie imprese in Lombardia che attualmente consiste in 4 aziende operanti in diversi settori industriali con un investimento globale di circa 15 milioni e un fatturato globale delle aziende partecipate di oltre 25 milioni.

L’ultimo colpo è stato messo a segno lo scorso 10 luglio con l’acquisto di BTP, brand attivo nel settore della produzione di confezioni monodose, avvenuto attraverso la società veicolo italiana BTP Milano. L’investimento complessivo è stato di circa 3,5 milioni finanziato completamente da Open Mind. Di recente il fondo ha anche rilevato la Carco, società che dal milanese produce e commercializza in tutto il mondo guarnizioni per Oil and Gas ad alta tecnologia, e MPM (Materiali Protettivi Milano), un piccolo gioiello del settore dei prodotti protettivi per l'industria che è stata comprata a febbraio dal concordato Alcea attraverso la società veicolo Mixer con un investimento complessivo di circa 2,5 milioni finanziato per il 70% da Open Mind e per il 30% da Francesco Stella, già titolare di MPM prima dell’ingresso del gruppo Alcea nel capitale.

Il target è dunque rappresentato da quelle pmi che rappresentano la spina dorsale dell’economia italiana ma hanno difficoltà ad incrementare il capitale di rischio e ad ottenere finanziamenti per la loro crescita e sviluppo. Il fondo affianca spesso il management e gli imprenditori delle società in cui investe e vi rimane dai 4 ai 6 anni per supportarne la crescita.

Noemi

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