Milano, un boom immobiliare sostenibile
Il fermento del settore del real estate a Milano è destinato a protrarsi oltre il traguardo delle
olimpiadi invernali del 2026. Ci sono spazi di crescita, soprattutto nel residenziale, seguendo i trend economici, sociali e demografici. Se non mancano i motivi di soddisfazione e le prospettive di ulteriore sviluppo, però, ci sono ragioni per alzare le antenne, al fine di prevenire possibili distorsioni. E, soprattutto, si devono cercare le strade per diffondere su base nazionale la vivacità che vive il capoluogo lombardo. La tavola rotonda Sviluppo urbano: il modello di Milano e l’evoluzione al 2026, che si è tenuta il 12 novembre scorso nell’ambito della Financecommunity Week, è stata l’occasione per fare il punto sullo stato di salute, straordinariamente buono, del mercato immobiliare meneghino. E per gettare uno sguardo da qui a dieci anni.
La città della Madonnina vive una fase di fervore, quasi di euforia. La pipeline di progetti di sviluppo in cantiere è ricchissima: Milano Santa Giulia (ne abbiamo parlato sul numero 130 di MAG), Porta Vittoria, la seconda fase di Porta Nuova, l’ulteriore sviluppo di CityLife, Cascina Merlata, Sei Milano e gli ex scali ferroviari. Poi c’è San Siro, con la realizzazione del nuovo stadio e la riqualificazione dell’area ex Trotto. Ci sono le infrastrutture sportive legate alle olimpiadi. E si va oltre i confini di Milano – peraltro sempre più fluidi – con MilanoSesto e Mind.
Tutti questi progetti sono caratterizzati da segmentazione dell’offerta, in modo da soddisfare la domanda di fasce socio-economiche diverse, e dal rispetto dei criteri Esg, quindi sostenibilità ambientale e sociale. Nonché attenzione ai trend economici, culturali e demografici, come nel caso di student housing e senior living. Sullo sfondo, trasversale ai progetti, c’è l’evoluzione rapidissima del modo di vivere la città, quindi i trend di smart living e co-living, la casa non più come bene di proprietà ma come servizio.
MILANO NELLA CHAMPIONS LEAGUE DELLE CITTÀ EUROPEE
Il boom milanese s’inserisce in mega-trend globali che vedono le città competere per accaparrarsi risorse, intese come talenti e investimenti. I partecipanti alla tavola rotonda hanno fatto ricorso alla metafora calcistica: «Milano gioca in Champions League», nelle parole di Marco Plazzotta, head of real estate South Europe di Credit Suisse Italy. Si confronta con Londra,
Parigi, Berlino e Barcellona. Un fatto che, ha sottolineato Pierfrancesco Maran, assessore all’urbanistica, verde e agricoltura del Comune di Milano, «cinque, sei anni fa non era affatto scontato». Il capoluogo lombardo si è messo nelle condizioni per giocare al meglio la sfida con le altre città, perché, come ha notato Pierre Marin, ceo & chairman board of directors di Jll Italy, «si stima che nel 2050 circa due terzi della popolazione mondiale vivrà nelle città», con un incremento del 26% rispetto a ora.
I partecipanti alla tavola rotonda, quindi, sono entrati nel dettaglio dei progetti di sviluppo che sono in corso d’opera o in pipeline, e soprattutto hanno descritto le modalità in cui vengono declinati i concetti di sostenibilità sociale e ambientale. Matteo Ravà, managing director asset management di Coima, ha parlato dell’esperienza di Porta Nuova, che, dopo il completamento della prima fase, ha visto l’avvio della seconda. «Abbiamo acquisito asset e aree, che si sviluppano in particolare verso la stazione centrale», ha spiegato Ravà, soffermandosi sull’importanza della «partnership pubblico-privato», con focus sugli spazi verdi. Davide Albertini Petroni, direttore generale di Risanamento, amministratore delegato di Msg e presidente di Urban Land Institute Italia, ha descritto Santa Giulia come «la sintesi del pensiero-Maran», ovvero di un progetto che è stato ripensato facendo perno sui principi di sostenibilità ambientale e sociale. Albertini Petroni ha notato che le peculiarità di Milano
modellano lo sviluppo urbano: «I driver economici sono diversi dall’immobiliare: Milano è la città della moda, del design, della finanza e della conoscenza. Fatto cento il Pil l’immobiliare pesa per il 15%, meno rispetto alle altre città». Di conseguenza, il real estate è…
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