Immobiliare, investimenti -32% nel primo semestre. Milano non sente l’effetto Covid
Il Covid-19 ha affossato il mercato immobiliare italiano nel primo semestre, ma Milano è rimasta quasi indenne. I dati che cominciano ad affluire sul periodo gennaio-giugno confermano l’impressione che nelle settimane scorse è stata espressa da diversi operatori del settore (vedi, per esempio, l’amministratore delegato di AbitareIn): il settore real estate nel capoluogo lombardo sta attraversando la crisi economico-finanziaria provocata dalla pandemia in modo brillante. Tutt’altra musica nel resto del Paese.
Una conferma arriva dai numeri pubblicati da Duff & Phelps: nel primo semestre gli investimenti immobiliari in Italia sono calati del 32% rispetto allo stesso periodo del 2019, attestandosi a 3,5 miliardi di euro. Va detto, peraltro, che si tratta di una flessione meno marcata rispetto alle stime iniziali: le associazioni di categoria, durante il periodo di lockdown, paventavano un tracollo superiore al 50%.
Il dato per certi versi sconvolgente che fornisce Duff & Phelps è la capacità di Milano di attirare investimenti per 1,8 miliardi di euro, ovvero oltre la metà del totale italiano e una cifra in linea con il 2019, come se all’ombra della Madunina il Covid quasi non abbia prodotto danni.
Duff & Phelps, analizzando le asset class, evidenzia che il comparto uffici ha raccolto più della metà (53%) del totale degli investimenti, un dato che sorprende se pensiamo all’adozione di modalità di smart working (o remote working o lavoro flessibile) che, da misura d’urgenza durante il lockdown, si vanno trasformando in standard per diverse aziende o comunque benefit proposti ai lavoratori.
Decisamente non stupisce la performance della logistica, asset class che ha raggiunto il 16% degli investimenti complessivi, beneficiando del boom dell’ecommerce durante il lockdown.
Ugualmente non sorprendono le flessioni del comparto retail, sceso a una quota del 14% degli investimenti, e dell’hospitality, scivolata al 12%: questi settori stanno pagando il dazio più pesante alle misure di distanziamento sociale e limitazioni degli spostamenti.
Analizzando la provenienza geografica degli investitori, lo studio Duff & Phelps mostra che nel comparto office su 1,8 miliardi di euro di investimenti nel primo semestre, la maggior parte è stata effettuata da soggetti italiani (67%), seguiti a distanza dai tedeschi (15%) e dagli statunitensi (12%).
Nel settore logistico, gli investitori italiani e britannici, entrambi con una quota del 30%, si
spartiscono la maggioranza degli investimenti, che raggiungono quota 545 milioni di euro, seguiti dagli statunitensi con il 15%.
Infine, i 421 milioni di euro del segmento hospitality arrivano per il 61% dall’Austria, seguita dagli investitori italiani con il 18% e da statunitensi e svizzeri, entrambi con il 9%.
Una comparazione a livello europeo, infine, evidenzia che, fra i maggiori Paesi, solo la
Germania ha fatto registrare un aumento degli investimenti immobiliari nel primo semestre
dell’anno, con un progresso del 16% rispetto al 2019. Il settore del real estate in Francia ha segnato un calo del 10% e nel Regno Unito del 15%. Peggio dell’Italia ha fatto la Spagna: -33%.
“Le misure di lockdown hanno sicuramente avuto un’influenza significativa sul
comportamento degli investitori e di conseguenza sul livello degli investimenti immobiliari in
Italia nella prima metà dell’anno”, commenta Paola Ricciardi (nella foto a destra), country managing director di Duff & Phelps REAG in Italia. “Questi cambiamenti costringeranno gli operatori a pensare e sviluppare nuovi prodotti, in particolare per i settori residenziale e uffici, in grado di rispondere alle nuove esigenze degli utenti. Guardiamo però con interesse e cauto ottimismo a quelle asset class che hanno saputo resistere meglio alla tempesta del Covid-19, tra le quali anche lo student housing e il senior living, per una ripresa che, anche se non
immediata, potrebbe arrivare nel medio termine. Dà fiducia anche l’assenza di drastiche
cancellazioni di operazioni nel corso degli ultimi mesi, pur in un contesto privo di grossi
spunti. Infine”, ha concluso Ricciardi, “il fatto che gli investitori stranieri detengano ancora quote significative di investimenti in diversi comparti, conferma l’attrattività del nostro Paese e completa il quadro degli elementi che rappresentano le leve strategiche su cui fare affidamento per una ripartenza dell’intero settore real estate nazionale”.
Duff & Phelps è un proveder di soluzioni relative alla governance, alla gestione del rischio e alla trasparenza. Lavora con clienti di diversi settori nelle aree legate alla valutazione, corporate finance, contenziosi e investigazioni, sicurezza informatica, ristrutturazioni e problemi regolatori. La società ha un organico di circa 4.000 professionisti in 25 paesi.