Pillarstone annuncia l’accordo con Permuda e i creditori

Pillarstone Italy chiude l’accordo con Premuda e le tre principali banche creditrici (Intesa Sanpaolo, Unicredit e Banca Carige) del gruppo armatoriale quotato a Piazza Affari. Stando all’intesa, i tre istituti di credito dovranno ora cedere al veicolo gestito da Kkr i rispettivi crediti verso l’operatore nei servizi di trasporto marittimo e nel noleggio di navi che verranno cartolarizzati.

Inoltre, la tranche senior dei titoli risultati dall’operazione sarà sottoscritta dalle banche mentre quella equity da Pillarstone stessa che immetterà anche nuova finanza nella società, con carattere supersenior rispetto alla vecchia finanza, per permetterne il rilancio. Il tutto nell’ambito di un piano basato sul’art. 67 della Legge Fallimentare.

Al fondo guidato da John Davison (nella foto) sarà conferito anche il credito di un istituto nei confronti della collegata Four Jolly, il cui consiglio di amministrazione si riunirà entro la fine del mese, spiega una nota di Permuda, nella quale si legge che «con il trasferimento delle posizioni creditorie dei tre istituti, Pillarstone diventerà di gran lunga il principale creditore del gruppo, parteciperà alla ripresa delle negoziazioni con le altre banche e potrà fornire un impulso all’auspicata finalizzazione dell’accordo di ristrutturazione dei debiti che potrebbe prevedere la conversione di parte del debito acquisito da Pillarstone in capitale».

L’ingresso di Pillarstone è, in chiave prospettica, «positivo per un possibile rilancio del Gruppo Premuda», ma potrebbe comportare «un ulteriore allungamento del processo di ristrutturazione, a causa della necessità di discutere e definire con il nuovo creditore e anche con le altre banche nuovi termini». Questo, avverte il gruppo, «potrebbe incrementare ulteriormente i già significativi dubbi sulla sussistenza della continuità aziendale».

Premuda ha chiuso il 2015 con una perdita consolidata di 81,4 milioni dopo una serie di operazioni quali ammortamenti per 24,3 milioni, svalutazioni di navi per 18 milioni, perdite da cessione navi per 20,5 milioni, rivalutazioni di partecipazioni per 1,5 milioni e 4,5 milioni di differenze cambio negative da valutazioni. Il 2014 si era chiuso invece chiuso con una perdita di 41,8 milioni. Il tutto con un debito finanziario netto di 320,3 milioni a fine 2015 dai 354,9 milioni di fine 2014, a fronte di ricavi netti consolidati per 59,8 milioni (da 68,4 milioni) e un risultato operativo negativo per 63,7 milioni (da -21,5 milioni).

Anche il 2016, «in ragione della perdurante debolezza dei mercati marittimi», dovrebbe continuare con risultati negativi. Il raggiungimento di un accordo con gli istituiti di credito per la ristrutturazione dell’indebitamento e il subentro di Pillarstone si fanno duqnue necessari per garantire il futuro del gruppo.

L’annuncio riguardante Premuda segue l’accordo raggiunto nei mesi passati con Intesa Sanpaolo e Unicredit per trasferire le loro esposizioni a un portafoglio selezionato di 5 asset a Pillarstone Italy, che includono Burgo, Lediberg, Manucor, Alfa Park, e Cuki.

Noemi

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