Popolare di Bari, in arrivo 900 milioni dal governo

Il governo entra nella partita del salvataggio di Banca Popolare di Bari e nel weekend ha approvato un decreto che stanzia 900 milioni di euro per Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa del ministero dell’Economia, per finanziare Microcredito Centrale, controllata dal Mef, che poi li verserà alla popolare per comprarne delle quote.

Già venerdì la Banca d’Italia aveva deciso di commissariare il consiglio d’amministrazione della banca guidato da Vincenzo De Bustis “in ragione delle perdite patrimoniali”. Ai vertici sono stati nominati due commissari, Enrico Ajello, attualmente attivo sulla liquidazione di Advance Sim, e Antonio Blandini, già commissario in Carife, Banca Base a Catania, e Cds in Tercas, assieme ai componenti del comitato di sorveglianza (Livia Casale, Francesco Fioretto e Andrea Grosso), che dovrà presidiare la situazione aziendale, assicurarsi della predisposizione delle attività necessarie alla ricapitalizzazione della banca e della finalizzazione delle negoziazioni con i soggetti che hanno già manifestato interesse all’intervento di rilancio della banca. È possibile che ai due commissari nominati se ne affianchi un terzo o che, comunque, sia nominato un dg per occuparsi della gestione operativa.

Le difficoltà della Popolare di Bari erano note da tempo: la banca aveva chiuso il 2018 con perdite per 420 milioni di euro, pari a 73,34 al 30 giugno di quest’anno, e un indice di solidità Tier 1 del 6,22% (su un minimo di 8). I crediti deteriorati al 31 dicembre 2018 ammontano a 1,4 miliardi su impieghi totali per 10,65 miliardi.

Ora l’intervento pubblico che per Luigi di Maio, ministro degli Esteri e capo politico del Movimento 5 Stelle, è propedeutico alla creazione di una banca pubblica: «Se lo Stato deve mettere soldi per salvare i conti correnti, dobbiamo fare in modo che quella banca sia nazionalizzata. Il nostro progetto è la banca pubblica degli investimenti», ha detto al Corriere della Sera.

Intanto, nei prossimi giorni saranno definiti i termini del piano industriale per il rilancio dai commissari della popolare, Mediocredito centrale e Fondo mcc e il Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd), che interverrà con sue risorse. Secondo alcune fonti, dei 900 milioni stanziati alla Popolare di Bari potrebbero servirne 500 e altri 400 potrebbero essere impiegati per rafforzare altre banche del Sud o sostenere imprese come l’Ilva, per la quale l’esecutivo immagina un intervento proprio di Invitalia.

La Popolare di Bari ha 69mila azionisti, 2700 dipendenti e 368 sportelli ed è molto radicata sul territorio pugliese, oltre ad avere filiali in altre Regioni italiane. La crisi della banca, nata nel 1960, risale al 2014, quando l’istituto rileva Tercas, la Cassa di Risparmio di Teramo, con 750 milioni di perdite e 1,4 miliardi di sofferenze. Viene varato un aumento di capitale da 800 milioni tagliando il valore delle azioni. Lo scorso anno, per provare a rilanciarsi l’istituto, si è tentato di cedere il 73,6% della Cassa di Risparmio di Orvieto, ma senza concludere. Infine, a luglio l’istituto ha ceduto crediti deteriorati per 2,9 miliardi.

Noemi

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