Fidia Holding, family office in evoluzione
Che la ricchezza sia sempre più polarizzata è ormai un dato di fatto. Stando ai dati dell’ultimo World Wealth Report 2018 di Capgemini, per fare un esempio, il miglioramento delle condizioni economiche globali ha favorito la crescita della ricchezza degli High Net Worth Individual (Hnwi), cioè coloro che hanno investito 1 milione di dollari o più in asset. Questa ha superato per la prima volta la soglia dei 70mila miliardi di dollari a livello globale, il 10,6% in più rispetto all’anno precedente. L’Italia non fa eccezione e tra il 2016 e il 2017 il numero di Hnwi è salito di circa il 9%, da 251.500 a 274.000 individui.
A livello di business, questo boom ha portato con sé anche un grande aumento della domanda di professionisti per la gestione della ricchezza, compresi i family office. Queste strutture, cresciute in questi anni sia di numero che di rilevanza, si stanno strutturando e sempre di più puntano a gestire anche risorse di altre famiglie, guardando anche al private equity o lanciando club deal per singole operazioni.
È il caso, fra gli altri, di Fidia Holding. La società di investimento guidata da Fabrizio Arengi Bentivoglio (nella foto) nasce dopo la cessione nel 2007 dell’azienda di famiglia, la Fidia Farmaceutici, ed è attiva tra l’Italia e gli Stati Uniti. Un posizionamento internazionale che, spiega Arengi Bentivoglio in questa intervista a MAG, «ci caratterizza» perché «pur avendo una spa italiana, lavoriamo e investiamo negli Stati Uniti da locals». Oltreoceano il gruppo ha in portafoglio, fra le altre, tre banche per un totale di circa 1 miliardo di dollari di asset tra cui Patriot Bank, quotata al Nasdaq, mentre in Italia, smaltita la delusione degli investimenti in Banca popolare di Vicenza e Veneto Banca, ha puntato su realtà come Villa d’Este, hotel di lusso sul Lago di Como, Dockins, nel settore della nautica, e Morrow Sodali, la multinazionale della consulenza di cui Arengi Bentivoglio è consigliere di amministrazione. Lo scorso anno poi Fidia ha ceduto l’abruzzese AB SolarPower dove aveva investito dal 2010, ottenendo un ritorno del 38%.
Nel complesso, nel 2016 (ultimo bilancio chiuso) Fidia Holding ha registrato 59 milioni di euro di investimenti diretti per un totale di investimenti partecipati pari a 270 milioni.
Ora la società ha lanciato da poco una piattaforma di investimento negli Usa, ma attiva anche in Europa, assieme con Solaia Capital, guidata dall’ex Goldman Sachs Michael Carrazza. L’obiettivo è investire in realtà di medie dimensioni in diversi settori, senza escludere gli npls, e differenziarsi in un settore che sta diventando più concorrenziale. «Un dato che mi ha colpito è quello sulle imprese italiane – esordisce il manager -. Ce ne sono 4,2 milioni, delle quali il 92% a gestione familiare, e il 60% ha un amministratore delegato con oltre 60 anni di età. Pensi che ogni anno in Italia ci sono circa 80mila passaggi generazionali».
Dottor. Arengi Bentivoglio, perché tutti questi numeri?
Perché ad esempio se ognuna di queste imprese in questa situazione di ricambio vendesse la propria società significa che potenzialmente avremmo 80mila family office in più all’anno. Ciò fa capire come il settore sia in forte crescita. Ora gli imprenditori sono più propensi a vendere e in momento così complicato sui mercati non sanno come e dove investire queste risorse. C’è un problema però…
Quale?
Questo mercato richiede una certa professionalità, non ci si può improvvisare, ciò ancor più considerando la complessità e la volatilità di oggi.
Che cosa significa essere professionisti in questo settore?
Significa avere competenze molto specifiche ed esperienza ma soprattutto direi che occorre sapere bene quali domande fare, quindi capire quali sono le esigenze degli imprenditori.
In programma avete il lancio di un club deal per investimenti specifici, cosa vi ha spinto a dare il via a questa iniziativa?
L’idea che abbiamo è che vogliamo crescere passando dal realizzare deal individuali o in partnership a istituzionalizzare il processo tramite una piattaforma di co-investimenti diretti. Non vogliamo lanciare un fondo con una sgr ma un club deal dedicato a investitori italiani ed europei.
Quali saranno questi investitori?
Direi soprattutto altre famiglie e istituzionali.
Dove pensate di investire?
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