Private equity, occhio al business del corporate learning
Il private equity globale guarda al corporate learning. Da Starbucks a Walmart, le grandi aziende sembrano aver scoperto l’importanza delle risorse umane e per attrarre e trattenere le quelle migliori, compresi i millennials, hanno iniziato a investire di più in opportunità di formazione. Questa tendenza globale, chiamata “corporate university”, piace anche ai fondi di private equity, i quali, come confermano le ultime operazioni, stanno investendo sempre di più in realtà che offrono servizi di formazione e training alle grandi aziende.
Lo scorso marzo, per fare un esempio, Stone Point Capital ha acquisito Grace Hill, provider di servizi di online training per property managers, mentre il a febbraio PWP Growth Equity è entrato in 360Training, provider di training courses online.
Più di recente, poi, CVC Capital Partners ha acquisito la maggioranza della società di corsi QA Limited per 700 milioni di sterline. QA offre 1.500 corsi su temi quali cyber security, cloud computing e big data.
In Italia questa tendenza non si vede ancora, forse anche per un tema dimensionale o di apertura al mercato di queste aziende. Gli esempi più vicini che si possono fare sono però la cessione della Business School del Sole 24 Ore a Palamon Capital o l’acquisizione dei libri per la preparazione Alpha Test acquisita da Aksia nel 2017.
La strada però sembra tracciata ed è facile capire perché la domanda di corporate learning stia crescendo. Il ritmo del cambiamento tecnologico è esponenziale e le aziende non possono più esimersi dall’aiutare i propri dipendenti a stare al passo con i tempi. In questo contesto, a maggio Walmart ha annunciato che darà un sussidio per quei lavoratori che non hanno un diploma universitario. Allo stesso modo, Starbucks e Chipotle hanno iniziato a offrire aiuti per le tasse scolastiche in modo da trattenere i propri dipendenti.
Un report della Harvard Business Review ha rilevato che i lavoratori richiedono che le proprie aziende investano su di loro, ma i millennials in particolare, che negli States rappresentano un terzo della forza lavoro, hanno bisogno di essere convinti e incoraggiati da corporates che li aiutano a imparare, a crescere e a sviluppare la propria carriera. E ciò vale in tutti i settori e per ogni aspetto del lavoro.
Gli investitori sono dunque attratti da questo segmento in crescita e in particolare in quelle realtà che possono vendere subscriptions con contratti pluriennali o con ricavi in crescita dal 10% in su, per valutazioni fino a oltre 10 volte l’Ebitda.
La tendenza c’è anche sul fronte m&a. Ad aprile, Adecco ha acquisito i corsi di coding e big data General Assembly per 412,5 milioni di dollari mentre l’advisory company Gartner Inc. lo scorso anno ha acquisito la talent management firm CEB Inc. per 3,7 miliardi di sterline, 18,7 volte l’EBITDA.