Facebook svela Libra, la criptomoneta da 3miliardi di potenziali utilizzatori
Prende ufficialmente forma Libra, la criptomoneta lanciata da Facebook in collaborazione con 27 aziende che consentiranno l’uso della valuta virtuale, fra le quali eBay, Uber, Lift, Spotify, Booking, Iliad e Vodafone oltre a Instagram e Whatsapp, mentre altri 70 nomi dovrebbero entrare a far parte del progetto a breve.
Libra, che sarà lanciata nella prima metà del 2020, è stata annunciata dal fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg (nella foto), in un post (visibile di seguito) nel quale spiega che l’obiettivo della criptovaluta è di “creare una infrastruttura finanziaria globale che serva a miliardi di persone in tutto il mondo”. “Vogliamo rendere facile per tutti inviare e ricevere denaro proprio come accade con le nostre app per condividere istantaneamente messaggi e foto”, ha scritto Zuckerberg.
La moneta circolerà attraverso una piattaforma blockchain e sarà gestita dalla Libra Association, organizzazione indipendente e non-profit con sede a Ginevra, in Svizzera, che raduna i 28 partner di peso. Libra servirà dunque per i pagamenti di tutti i giorni ed è rivolta a praticamente tutto il mondo. Sulla carta questa è infatti la prima criptovaluta di massa e questa sua permeabilità, ha spiegato il ceo della società, “è particolarmente importante per le persone che non hanno accesso alle banche tradizionali: ci sono circa un miliardo di persone che non hanno un conto in banca ma hanno un cellulare”. A questi si aggiungono almeno due miliardi di persone iscritte al social network, per una platea potenziale di tre miliardi di persone.
Come si usa
Al momento non si sa ancora molto sui dettagli pratici di Libra. Quello che si evince dagli annunci è che le modalità di utilizzo saranno due: attraverso un wallet (portafoglio) integrato su Facebook, Instagram e Whatsapp e chiamato Calibra – che sarà regolato come altri attraverso il quale spedire il denaro come un messaggio qualsiasi oppure per via di uno dei partner convenzionati – fra cui anche Mastercard, Visa e Coinbase. La moneta servirà all’inizio per essere scambiata fra privati e per gli acquisti online. Più avanti, all’aumentare dei partner coinvolti, come scritto dallo stesso Zuckerberg nel post, Libra potrà essere usata per pagare tutto il resto, dalle bollette al caffè ai mezzi pubblici. Le transazioni costeranno meno rispetto a quelle attuali, hanno detto da Facebook, anche se i dirigenti della multinazionale hanno rifiutato per il momento di fornire i dettagli.
Dietro Libra, oltre a un “mobile coin”, ci sarà sarà una moneta “stabile” – “stable coin” – tendenzialmente stabile agganciata a un tesoretto, un paniere di “asset a bassa volatilità, come depositi bancari e titoli di Stato a breve termine denominati in valute di Banche centrali stabili e ad alta reputazione”, come si legge nel white paper rilasciato da Menlo Park. Oltre che, forse, a un tasso di cambio fisso stabilito sulla media di un gruppo di valute mondiali. Una scelta che sembra legata alla volontà di eliminare le fluttuazioni che hanno penalizzato Bitcoin e simili. Gli interessi maturati sulle riserve saranno utilizzati per coprire i costi del sistema, garantire basse commissioni di transazione, pagare dividendi agli investitori che hanno fornito capitali (cioè i membri della Libra Association che hanno messo un gettone di 10 milioni di dollari l’uno per essere fra i fondatori) e sostenere ulteriore crescita.
La privacy
Stando alle promesse fatte dai manager del social network, i dati del conto Libra saranno separati da quelli degli account su Facebook, Messenger, Instagram o WhatsApp. “Calibra sfoggerà un team dedicato di esperti che combatterà gli usi fraudolenti della valuta – ha per esempio garantito Zuck – doteremo Libra di una protezione antifrode, così che se i fondi vengono persi noi li rimborseremo. E crediamo anche che sia importante per le persone avere più scelte, dunque sulla rete di Libra si potranno usare molti borsellini di terze parti”.
“Libra” prende ispirazione dalla libbra, unità di misura di origine romana il cui nome deriva dal latino libra (“bilancia”) ma è anche il segno astrologico per la giustizia e la parola francese per la libertà, ha spiegato David Marcus, ex presidente di PayPal e ora nelle prime linee di Facebook. “Libertà, giustizia e denaro, che è esattamente quello che stiamo cercando di fare qui”, ha dichiarato. “Le persone saranno in grado di spedire, ricevere, spendere e proteggere i loro soldi, grazie a un sistema finanziario globale più inclusivo”, si legge nel sito dedicato alla moneta.

Ogni membro del consorzio – che deve investire almeno dieci milioni di dollari per essere tale – ha diritto di voto sulle decisioni riguardanti la rete di criptovaluta e le imprese. Quanto alla sicurezza, Calibra condurrà controlli di conformità sui clienti che desiderano utilizzare Libra, e nel farlo utilizzerà processi di verifica e antifrode comuni tra le banche. La consociata condividerà i dati dei clienti soltanto con Facebook o soggetti esterni se ha il consenso, o in “casi limitati” dove è necessario, ha detto Facebook. E questo potrebbe riguardare l’applicazione di una legge in particolare, problemi per la sicurezza pubblica o la funzionalità generale del sistema.
Tutti i dettagli, dunque, saranno svelati nel 2020. Ciò che resta da capire è come la prenderà il resto del mondo, da colossi come Amazon e Apple, che hanno a loro volta i loro sistemi di pagamento, alle banche private o centrali che non hanno modo di intervenire o di guadagnare su una criptovaluta planetaria, passando ovviamente per gli Stati.
Cosa ci guadagna Facebook?
Secondo alcuni analisti di Barclays una criptovaluta potrebbe fruttare a Facebook da 3 miliardi a 19 miliardi di dollari di entrate in più entro il 2021. A oggi però non è ancora chiaro come la società di Menlo Park potrà realizzare profitti significativi con Libra. Quel che è certo è che se davvero Libra si diffonderà come i promotori sperano, Facebook e controllate faranno un passo in avanti verso quello che di fatto è un controllo totale delle nostre vite, dal modo in cui ci informiamo a quello in cui teniamo i rapporti con le persone a noi vicine fino a cosa compriamo. E come.
Di seguito l’infografica animata presente sul sito Libra.org