Soci e azionisti di 5 banche portano al Tar del Lazio la riforma delle popolari

Riforma delle banche popolari? Alcuni soci non ci stanno. E assieme a delle associazioni di azionisti di banche popolari, fra le quali Banca Popolare di Milano, UBI Banca, Veneto Banca, Banco Popolare, Banca Popolare di Sondrio, tramite gli avvocati dello studio legale Marini, hanno impugnato davanti al Tar del Lazio le disposizioni regolamentari adottate dalla Banca d’Italia, dopo la riforma introdotta dal d.l. 3/2015.

I soci, secondo quanto riporta una nota dello studio legale sostengono che i provvedimenti sarebbero incostituzionali, in particolare «nella parte in cui viene imposta (al di sopra della soglia di 8 mld di euro di attivo) la trasformazione della banca popolare in s.p.a. e viene prevista la limitazione del diritto al rimborso del valore della partecipazione in capo al socio che intenda recedere, secondo quanto stabilito con regolamento della Banca d’Italia».

Le norme impugnate, secondo l’accusa, sono quindi incostituzionali per la mancanza «dei presupposti di straordinaria necessità e urgenza richiesti dall’art. 77 Cost. per l’emanazione di un decreto legge», e «per violazione del principio di gerarchia delle fonti».  In secondo luogo, scrivono i legali, «l’obbligatoria trasformazione in s.p.a. (rispetto alla quale la banca ha le uniche alternative della riduzione dell’attivo entro il limite massimo di 8 mld o della liquidazione) comporta un vero e proprio illegittimo esproprio ai danni dei soci delle banche popolari, in tal modo privati di tutti i diritti e poteri connessi al modello popolare-cooperativo».

Con il ricorso, i soci e gli azionisti chiedono al TAR «la sospensione immediata dell’efficacia degli atti impugnati e la rimessione delle questioni di legittimità costituzionale alla Corte costituzionale».

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