Due miliardi al venture capital: il commento di Anna Gervasoni (Aifi)

“Aifi è estremamente soddisfatta dell’emendamento dell’onorevole Giacomoni al Dl infrastrutture approvato dalle Commissioni Ambiente e Trasporti della Camera. Questi due miliardi di euro al venture capital sono un passo fondamentale per colmare il divario con gli altri Paesi europei facendo fare un salto di crescita al nostro mercato” .
E’ il commento rilasciato a Financecommunity da Anna Gervasoni, Direttore Generale dell’Aifi, a proposito dell’approvazione dell’emendamento che assegna al Fondo nazionale innovazione una quota dei 40 miliardi gestiti da Cdp per la ricapitalizzazione delle grandi imprese. Effetto del provvedimento sarà l’assegnazione di due miliardi di euro del Patrimonio destinato al Fondo nazionale innovazione per il venture capital.


Più precisamente, come spiega Il Sole 24 Ore, l’emendamento di Sestino Giacomoni (Forza Italia), prevede che i due miliardi, oggi iscritti in conto residui nel bilancio del ministero dell’Economia, vengano assegnati entro il 31 dicembre 2021 al ministero dello Sviluppo economico. A sua volta il ministero di Giancarlo Giorgetti potrà utilizzare la somma per sottoscrivere, “fino a un ammontare di 2 miliardi”, quote o azioni di fondi per il venture capital e per il venture debt istituiti da Cassa depositi e prestiti Venture Capital Sgr, che gestisce appunto il Fondo nazionale innovazione.
Il venture capital potrà quindi beneficiare di una parte delle risorse del Patrimonio, il fondo da 40 miliardi istituito dal decreto rilancio del 2020, gestito da Cdp, che ha lo scopo di ricapitalizzare le società con fatturato sopra i 50 milioni.

I dati del private equity e venture capital nel primo semestre del 2021, divulgati nel report di settembre, mostrano la crescita di raccolta, investimenti e disinvestimenti.
La prima parte dell’anno ha infatti registrato una raccolta complessiva sul mercato e captive, cioè proveniente dalla casa madre, pari a 2.827 milioni di euro, in aumento del 194% rispetto al primo semestre del 2020, grazie ad alcuni closing di dimensioni significative. Le fonti principali della raccolta sono stati i fondi pensione e casse di previdenza (35%), le banche (16%) e il settore pubblico (10%). A livello geografico, il 95% dei capitali è provenuto da investitori domestici, mentre con riferimento al target di investimento, si prevede di investire il 42% dei capitali in infrastrutture e il 41% in buyout.

eleonora.fraschini@lcpublishinggroup.it

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