Mise investe 2,5 miliardi in Cdp Venture. Aifi: “Proseguire su questa strada per tutto il private capital”
Un’iniezione di 2,55 miliardi per il venture capital italiano, con altri 600 milioni che dovranno essere versati dalla stessa Cdp e altri investitori terzi. Sono stati annunciati una serie di decreti che immettono nuove risorse nel Fondo nazionale innovazione gestito da Cdp Venture, la Sgr di Cassa depositi e prestiti. Si tratta di fondi provenienti dalle risorse statali e fondi del Pnrr.
“Aifi ha sempre creduto e lavorato al fianco delle istituzioni per supportare le attività che vadano incontro a una maggiore attenzione verso il venture capital e il finanziamento dell’innovazione”, è il commento del presidente Aifi Innocenzo Cipolletta a Financecommunity. “Il pubblico può di certo fare da motore per moltiplicare le occasioni di investimento nel settore. I soggetti pubblici, possono svolgere un ruolo importante a fianco degli operatori privati, potenziandoli. Bene che si sia iniziato col venture capital che ne ha bisogno, ma è importante che questa strada vada seguita anche per tutto il private capital”.
Il primo dei quattro decreti alla firma del ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, riguarda i 2 miliardi che lo scorso ottobre sono stati dirottati dal “Patrimonio destinato” della Cdp al Fondo nazionale innovazione. Il Mise ha destinato 2 miliardi al Fondo gestito da Cdp Venture, che li investirà nel capitale di rischio o nel debito di pmi.
Il decreto attuativo prescrive che una quota pari ad almeno 300 milioni venga destinata agli investimenti per la riconversione e la transizione, in chiave ambientale, delle filiere produttive nazionali. Cassa depositi e prestiti e altri investitori professionali dovranno versare risorse aggiuntive per almeno il 30% dell’ammontare del fondo, quindi 600 milioni. Una volta pubblicato il decreto, la Sgr trasmetterà al ministero il regolamento di gestione del Fondo e, entro 30 giorni ulteriori, dalla trasmissione, il Mise comunicherà la sua approvazione.
Un secondo decreto interviene sulle modalità di funzionamento del Fondo di sostegno al venture capital attivato presso il Mise già dal 2019, anche per alimentare il Fondo nazionale innovazione. In particolare, si introduce la possibilità di investire anche in fondi per il venture debt; viene estesa la politica di investimento in favore di gestori esteri, ferma la previsione di investire unicamente in imprese target con sede operativa o programmi di sviluppo in Italia e si apre all’intervento nelle imprese spin-off di grandi imprese.
Il terzo e quarto decreto Mise si riferiscono a linee di investimento previste dal Pnrr. Verranno dedicati 300 milioni all’investimento “Finanziamento a start-up”, mentre il decreto che istituisce il “Green transition fund”, di 250 milioni, riguarda ì un investimento previsto dalla missione 2-Transizione ecologica del Pnrr.
Anche questo fondo sarà gestito da Cdp Venture. Dovrà concentrarsi su operazioni nei settori energie rinnovabili, economia circolare, mobilità, efficienza energetica, gestione dei rifiuti e stoccaggio dell’energia. Saranno ammissibili le operazioni con investimento compreso tra 1 milione e 15 milioni, per investimenti diretti, e tra 5 milioni e 20 milioni per quelli indiretti. Il periodo di investimento non deve superare 5 anni, seguiti da ulteriori 5 di gestione del portafoglio.