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Tim apre alle trattative formali con Kkr: gli advisor coinvolti

Il cda di Tim, dopo una riunione finita questa notte, ha dato l’ok a proseguire con le trattative con Kkr. Lo ha reso noto attraverso un comunicato:  “Il consiglio ha deliberato all’unanimità di dare mandato al presidente e all’amministratore delegato, nella prospettiva di conseguire la massima valorizzazione di Tim, anche con riferimento ad eventuali altri soggetti interessati, di avviare un’interlocuzione con Kkr, formale e ulteriore rispetto a quelle già intraprese informalmente nei mesi scorsi dai consulenti”.

Ad affiancare Tim sono da un lato gli advisor Mediobanca e Vitale, scelti dall’ad Pietro Labriola, e dall’altro Goldman Sachs e LionTree, scelti dal Comitato ad hoc. Vitale ha comunicato a Financecommunity che il team è composto da Orlando Barucci, Francesco Garbin, Vito Morgese. Mediobanca invece, lato M&A, da Filippo Lo Franco, Giuliano Palazzo, Antonio Perdichizzi, Nicolò Zamagna e Tommaso Sgrò; lato debito da Maria Teresa Iardella e Marco Beduschi. Goldman Sachs ha invece operato con un team guidato dal country head Francesco Pascuzzi.
Ad assistere Kkr, invece, sono JPMorgan e Morgan Stanley.

Nella nota si spiega inoltre che l’attività di interlocuzione formale con Kkr, “con il supporto degli advisor, avrà l’obiettivo di ottenere informazioni per valutare l’attrattività e la concretezza della potenziale offerta da un punto di vista finanziario e industriale e conseguentemente, acquisire indicazioni su eventuali elementi che ancora necessitano di approfondimenti, definendo un periodo e perimetro limitati per lo svolgimento di una due diligence di natura esclusivamente confirmatoria”.

Lo scorso novembre infatti il fondo aveva presentato al consiglio di amministrazione di Tim una manifestazione di interesse non vincolante e indicativa per lanciare un’opa sul 100% delle azioni ordinarie e di risparmio del gruppo, con obiettivo il delisting, al prezzo indicativo di 50,5 centesimi per azione ordinaria o di risparmio, da pagare interamente per cassa, per un totale, quindi, di circa 11 miliardi di euro.

Tim sottolinea inoltre che con la finalizzazione del piano industriale di Tim in data 2 marzo 2022, gli advisor hanno ricevuto gli elementi rilevanti e necessari per valutare la manifestazione d’interesse e compararla anche con le prospettive del gruppo e con le altre alternative strategiche” e che “alla luce delle indicazioni preliminari degli advisor finanziari in merito alle prospettive di valorizzazione della società basate sul piano industriale 2022-2024 e sulle proiezioni fino al 2030, il consiglio ha confermato la volontà di eseguire il piano e di procedere all’esplorazione e allo sviluppo del progetto in discontinuità, attraverso la riorganizzazione delle attività del gruppo e una possibile integrazione con Open Fiber spa, coltivando il negoziato con Cdp e le necessarie interlocuzioni con le autorità. Il consiglio ha, inoltre, confermato la convinzione che vi sia in Tim un valore inespresso, anche in relazione alle discontinuità di cui sopra, che deve essere tenuto in debita considerazione nel valutare qualunque opzione alternativa alla realizzazione del piano industriale”.

Sullo sfondo c’è anche l’offerta vincolante recapitata a inizio marzo da un consorzio di investitori istituzionali guidati da Ardian per l’acquisto della maggioranza del capitale sociale della holding Daphne 3, che detiene il 30,2% del capitale sociale di Infrastrutture Wireless Italiane (Inwit). L’offerta è già stata valutata con favore dal cda.

eleonora.fraschini@lcpublishinggroup.it

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