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La minaccia del listing shopping sul mercato italiano: il report di Assonime

Spostare la sede legale della propria azienda all’estero o quotarsi su indici stranieri, per approfittare di condizioni e mercati più favorevoli. Sempre più società lo stanno facendo, alimentando i meccanismi di regulatoy shopping e listing shopping. Secondo il rapporto di di Assonime ed Emittenti titoli Corporate Governance in Italy: the implementation of the Italian Corporate Governance Code, il fenomeno rischia però di destabilizzare il mercato italiano.

Alla fine del 2020, circa il 95% di tutte le società italiane quotate sull’Mta aveva adottato il Codice 2018, rappresentando il 99% della capitalizzazione di mercato di tutte le società italiane quotate sull’Mta, con percentuali che erano cresciute nel tempo. Se si considerano le società estere che hanno la loro quotazione primaria sull’Mta e sono incluse negli indici Mta, la copertura del Codice italiano è inferiore (91% per il numero di società e 77% per la capitalizzazione di mercato), a causa del crescente numero di grandi società originariamente fondate in Italia che hanno spostato la loro sede legale all’estero, in particolare nei Paesi Bassi. Queste aziende hanno motivato tale scelta con la presenza di un ecosistema legale più efficace e competitivo disponibile nel paese di reincorporazione, che fornisce anche un quadro normativo di corporate governance più flessibile, in particolare nell’uso dei diritti di voto multipli (regulatory shopping).

Se il “regulatory shopping” è un fenomeno diffuso, appare molto più significativo in Italia, dove solleva sfide significative per i policymaker, poiché lo standard di protezione degli investitori fissato dalla disciplina italiana è sempre più eroso. Allo stesso tempo, gli investitori sono influenzati negativamente, in termini di occasioni mancate, dal fenomeno del “listing shopping”. Un numero crescente di società italiane infatti accede al mercato dei capitali quotandosi sulle principali piazze finanziarie internazionali (ad esempio New York), che offrono un mercato e un ecosistema normativo più competitivo, in particolare per le società medio-grandi e/o in rapida crescita.

Secondo il report di Assonime, la combinazione di “regulatory shopping” e “listing shopping” può costituire una grave minaccia per il futuro del mercato italiano e per il suo ruolo nel supportare l’economia italiana. Il trasferimento della sede legale e/o della quotazione da parte di alcune delle imprese più dinamiche può ridurre le radici delle aziende nell’economia italiana e, più in generale, indebolire lo sviluppo dell’ecosistema del nostro Paese. Nella lunga distanza questo fenomeno potrebbe anche impattare l’efficienza e l’attrattività del mercato italiano, con un effetto domino sulle società più piccole che sono strutturalmente meno in grado di sfruttare le opportunità della mobilità internazionale.

eleonora.fraschini@lcpublishinggroup.it

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