Il private capital nella digitalizzazione e transizione ecologica: i dati Aifi

Il private capital spinge sulla digitalizzazione e transizione ecologica. Questo il focus del Convegno annuale AIFI tenutosi presso la sede di Assolombarda e con il contributo di KPMG.

I dati presentati mostrano innanzitutto che in Italia la finanza alternativa sta cambiando sia nella struttura sia negli investimenti. I numeri AIFI rilevano come nel 2021 si siano complessivamente investiti 16,9 miliardi di euro in quasi mille operazioni: il private debt ha investito 2.214 milioni di euro su 275 operazioni, un record assoluto; private equity e venture capital, hanno impegnato 7.028 milioni di euro su 609 operazioni, il private debt ha investito

2.214 milioni di euro su 275 operazioni, mentre gli investimenti in infrastrutture, 7.671 milioni di euro su 45 operazioni, dati che mostrano così quanto sia evidente il ruolo strategico che il private capital sta assumendo per il nostro Paese.

Guardano al solo segmento del private equity e venture capital, l’Italia a livello europeo è cresciuta con 4,4 miliardi di euro raccolti dagli operatori domestici, superando la Spagna che si ferma a 2,6 miliardi di euro, ma restando inferiore ai livelli raggiunti da Germania (4,8 miliardi) e soprattutto Francia (24,5 miliardi). I soci AIFI sono cresciuti: gli L’Italia a livello europeo è cresciuta con 4,4 miliardi di euro raccolti, superando la Spagna che si ferma a 2,6 miliardi di euro. Gli investitori domestici sono 123 e cresce il peso di quelli internazionali che nel 2021 sono stati 48, un numero maggiore di quelli presenti sul mercato tedesco (43) o spagnolo (35). Segno di una importante attrazione di capitali esteri in Italia, che nel complesso, sui vari comparti del private capital, hanno raggiunto oltre 13 miliardi di volumi. Attivi invece a livello di numero di deal sono come sempre gli operatori domestici, che quest’anno hanno superato le 600 operazioni.

Complessivamente ci sono 1.700 società nel portafoglio del private equity e venture capital, di cui oltre il 30% in Lombardia, che spicca come prima Regione percon il maggior ammontare investito e numero di operazioni realizzate. Non solo: a livello europeo è la quinta regione subito dopo Ile de France, Berlino, Londra e Madrid, con 3 miliardi di euro investiti nel 2021, 8,8 se si includono anche le infrastrutture.

“Il private capital ha visto una crescita in tutti i comparti: private equity, venture capital e private debt hanno realizzato, nel 2021 record di raccolta e operazioni. Un ruolo fondamentale lo ha giocato Cdp che ha fatto da motore per gli investimenti in innovazione e crescita”, afferma Innocenzo Cipolletta, presidente AIFI. “Ora serve un fondo di fondi dedicato che faccia da volano per permettere a un numero maggiore di operatori di intervenire sull’economia reale. Il e recuperare terreno perso rispetto agli altri paesi europei, oltre a misure per allargare la platea di investitori. Il provvedimento del Mef sull’abbassamento della soglia per gli investimenti in Fia è un tassello importante in questa

direzione perchè permetterà l’accesso ai fondi alternativi riservati a una platea di privati molto più ampia”.

Il comparto delle infrastrutture nel 2021 la fa da padrone: se analizziamo la crescita degli investimenti, vediamo come il comparto infrastrutture è cresciuto enormemente rispetto ai

1.322 milioni di euro su 20 operazioni realizzati nel 2020, classificandosi al primo posto in termini di ammontare, pari al 52% del totale investito nel corso dello scorso anno, con volumi pari a 7,7 miliardi di euro (con una crescita significativa rispetto agli 1,3 miliardi dell’anno precedente), cifra importante se raffrontata con gli 8,9 miliardi del mercato francese. Sono . Sono 6 i large e mega deal. Quasi 7 miliardi sono stati investiti nei comparti dell’ICT e dell’energia e ambiente. realizzati con dea che sono passati dai 20 del 2020 ai 45 del 2021. Di questi, il 36% si è focalizzato in energia e ambiente e l’84% dell’ammontare, in investimenti focalizzati sull’ICT.

Nel dettaglio dei numeri si può notare come private equity e venture capital hanno dato entrambe un contributo molto importante alla transizione ecologica e digitale. Nel 2021 il private equity ha realizzato 24 operazioni in digitalizzazione e 39 in transizione ecologica mentre il venture capital ha chiuso ben 53 deal in digitalizzazione e 22 in transizione ecologica. Cambia anche il profilo degli operatori: mentre nel venture capital sono soprattutto gli operatori domestici, con il 79%, a investire nel 2021 in tali comparti, nel private equity si osserva una maggior presenza degli operatori internazionali, con un peso del 64%.

“Le operazioni in infrastrutture in Italia hanno avuto un ruolo significativo sul mercato del private capital nel nostro Paese; i fondi di private equity e venture capital sono stati a fianco delle imprese, anche quelle operanti nei mercati tradizionali, per accompagnarle nella trasformazione digitale ed ecologica” dichiara Anna Gervasoni, direttore generale AIFI. “Abbiamo così dato un impulso significato all’innovazione e alla crescita dell’economia nazionale; serve un continuo impegno da parte dei fondi italiani a fianco dei capitali pubblici, verso nuove forme di public-private partnership”. “Le operazioni in infrastrutture in Italia hanno fatto crescere il private equity soprattutto grazie a operatori internazionali che ritengono strategico investire nel nostro Paese permettendone una maggiore interconnessione a vantaggio delle imprese e delle loro attività” dichiara Anna Gervasoni, direttore generale AIFI. “Transizione ecologica e digitale spingono l’innovazione e la crescita dell’economia nostrana; serve però un maggior impegno da parte di fondi italiani che operino in questo settore, moltiplicando così le opportunità di investimento e crescita”.

eleonora.fraschini@lcpublishinggroup.it

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