Mediobanca, relazione trimestrale: utili per 791 milioni nei nove mesi e ricavi record

Alberto Nagel, Amministratore Delegato di Mediobanca, ha dichiarato: “Nei nove mesi il Gruppo ha saputo mantenere il livello più alto mai raggiunto di ricavi (~€2,420m), di utile (oltre €790m) e di redditività (ROTE del 13% sui livelli massimi delle banche europee), ottimizzando la gestione degli attivi e passivi e beneficiando del forte posizionamento in business artefici di una crescita di lungo periodo. La diversificazione del portafoglio di business ha favorito la crescita di tutti gli indicatori e ha confermato la nostra capacità di generare valore in diversi scenari di mercato preservando una prudente assunzione del rischio e una forte generazione e dotazione di capitale”.

Il Gruppo prosegue il suo percorso di crescita chiudendo i nove mesi con ricavi (€2.418m
+13% a/a), utile netto (€791m +10% a/a) e ROTE (13% +3pp a/a) ai massimi storici in un contesto operativo impattato dall’elevata volatilità dei mercati alimentata, nell’ultimo trimestre, dalla crisi delle banche regionali americane e dal salvataggio di Credit Suisse.
I ricavi beneficiano del progresso di tutte le divisioni (WM +13% a €614m, CIB +14% a
€565m, CF +7% a €841m, INS +8% a €293m, HF raddoppiata a €131m) e di tutte le fonti di reddito (margine di interesse +17% a ~€1.300m, commissioni +2% a €657m, trading +30% a
€172m).
Il terzo trimestre (gen-mar23), con ricavi pari a quasi €760m ed utile netto a €235m, è in crescita del 10% a/a, ed in flessione rispetto al trimestre precedente (-16% t/t) per l’attesa normalizzazione del CIB dopo i risultati record del primo semestre.

Risultati consolidati

I nove mesi chiudono con un utile netto di 791 milioni, migliore utile di sempre (+10% rispetto allo scorso anno, 716 milioni).

I ricavi dei nove mesi aumentano del 12,6% (da 2,1 a 2,4 miliardi) con un contributo crescente di tutte le divisioni: Wealth Management +13%, Consumer +6,6%, Corporate and Investment Banking
+13,6%, PI – Insurance +8,4%. L’ultimo trimestre (759,4 milioni di ricavi) è inferiore all’eccezionale risultato del precedente (901,5 milioni, record storico per il Gruppo) ma pur sempre sui livelli più alti di sempre (secondo trimestre più alto) e sconta in particolare l’atteso calo del CIB in linea con il rallentamento del settore.

Il risultato operativo dei nove mesi salda a 1.173,5 milioni (+18% a/a), di cui 362,3 nel trimestre (- 17,3% t/t); il cost/income si riduce al 42,8% (44,6%), il costo del rischio rimane contenuto (53bps), peraltro senza intaccare lo stock di overlay (285 milioni).

Approfondimento sulla divisione Corporate & Investment Banking

Ricavi ai massimi storici nei 9 mesi (€565m), nonostante il rallentamento dell’ultimo trimestre in linea con il trend di settore. Utile netto a €186m e ROAC5 al 14%. Confermata la qualità degli attivi creditizi.

La divisione chiude i 9 mesi con ricavi ai massimi storici (564,5 milioni) in netto aumento rispetto allo scorso anno (+13,6%, da 496,9 milioni) che capitalizzano la performance record del primo semestre e l’atteso rallentamento dell’ultimo trimestre, in linea con il trend dell’Investment Banking Europeo, impattato dalla volatilità dei mercati finanziari e dal mutato scenario macroeconomico.

A livello di utile si registra un calo rispetto allo scorso anno (-7,6% a 186 milioni), imputabile alle maggiori rettifiche di valore che avevano caratterizzato, quasi esclusivamente, lo scorso trimestre e in gran parte dovute all’adeguamento dei modelli IFSR9 al nuovo scenario macroeconomico. Il ROAC della divisione si attesta comunque su livelli elevati al 14%.

Nel corso del primo trimestre 2023, il mercato mondiale dell’M&A ha registrato un calo del 44% nei volumi e del 17% nel numero di operazioni annunciate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; più accentuato il trend sul mercato europeo dove la riduzione è stata del 60% nei volumi e del 25% nel numero di operazioni. In particolare, in Francia e Spagna la flessione nei volumi è stata rispettivamente del 34% e del 71% mentre il mercato italiano è calato dell’88% nei volumi, accentuando il dato di dicembre 2022 (-50% senza contare l’OPA su Atlantia).

Nell’Advisory tra le operazioni completate si segnalano la joint venture tra Wind Tre e Iliad nel settore TMT e gli accordi strategici tra Intesa San Paolo e Nexi e tra Nexi, BPER Banca e Banco di Sardegna nel settore Financial Institution; nel segmento Mid-Cap, Mediobanca ha confermato il suo posizionamento di advisor di riferimento, completando cinque operazioni, nonostante la complessa situazione di mercato.

Con riferimento all’attività di Debt Capital Markets, l’Istituto ha svolto un ruolo rilevante in numerose emissioni obbligazionarie italiane (tra cui Stellantis, A2A, AMCO, Unicredit, Banca Monte dei Paschi di Siena, Autostrade per l’Italia, Enel ed Iccrea Banca) e in alcune rilevanti operazioni negli altri core markets (tra cui Société Générale, Telefonica, ed Abertis), con crescente presenza nel segmento ESG. Nell’Equity Capital Markets, l’Istituto ha preso parte allo stake building su Anima, nel cui ambito Mediobanca ha eseguito con successo, per conto di FSI, il Reverse ABB italiano più grande di sempre. A ciò si aggiunge il convertible bond emesso da Greenvolt in Portogallo, dove l’Istituto ha assistito KKR, unico sottoscrittore, in qualità di financial advisor.

Per quanto riguarda l’attività di Lending, l’Istituto ha finanziato aziende e sponsor in tutte le geografie coperte, supportandole sia nell’attività ordinaria (tra cui Cellnex ed Enagas) che straordinaria (tra cui Dufry nel contesto della business combination con Autogrill e Lavazza nel contesto dell’acquisizione di MaxiCoffee), mantenendo un’elevata qualità del book con la quota di Investment Grade che rimane superiore al 70%.

Il comparto Markets ha dimostrato, in un contesto di mercato turbolento, una buona tenuta delle posizioni e ha beneficiato della crescente domanda di certificate grazie anche alla spinta delle reti retail & private.

eleonora.fraschini@lcpublishinggroup.it

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