IPEM 2024: le voci dei protagonisti del private equity
Un cauto ottimismo guida i professionisti che hanno partecipato alla decima edizione dell’IPEM di Cannes. Per il fundraising resta un momento difficile, ma le previsioni di abbassamento dei tassi di interesse nel secondo semestre di quest’anno lasciano sperare in un progressivo miglioramento. I settori dell’healthcare, della transizione energetica e del digitale – con tutte le novità portate dall’intelligenza artificiale – sono i comparti più promettenti.
Di seguito i commenti e le video interviste ad alcuni dei professionisti che hanno partecipato alla conferenza internazionale.
“Guardando al 2024, vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno”, commenta Paule Ansoleaga Abascal, managing director Italy di Arcano Partners. “Certo, ci troviamo in un contesto difficile, con tassi di interesse alti e fundraising complicato, ma è una condizione che ci permette di acquisire business solidi e lungimiranti. Ci sono dei trend, tra cui transizione energetica, transizione digitale e longevità della popolazione, che saranno fattori chiave nell’aiutare le aziende nel processo di crescita”. “Dal nostro punto di vista, vediamo valore nel buy out di pmi, soprattutto quelle legate a settori anticiclici e ai trend che dicevo prima”. In questa prospettiva, salute, formazione di qualità e decarbonizzazione sono comparti molto promettenti insieme al mondo dell’intelligenza artificiale.
Secondo Marco Morgese, founding partner di Koinos, ci aspetta un anno molto in linea con il 2023, con una nota di positività data dalla prospettiva di abbassamento dei tassi. “I mercati in cui prevediamo maggiori opportunità di investimento sono tech, nutraceutica, transizione energetica”, spiega.
Gianpaolo Di Dio, chief investment officer di Fondo Italiano di Investimento, si aspetta che questo primo semestre del 2024 presenti ancora delle difficoltà, soprattutto nel fundraising, mentre dal prossimo l’abbassamento dei tassi dovrebbe portare a una progressiva ripresa. “Oggi ci si concentra sui settori che offrono più caratteristiche di sostenibilità, come digitalizzazione e decarbonizzazione. Nei deal di buy out vediamo sempre di più l’utilizzo di capitale finanziario non bancario, mentre gli istituti di credito si sono un po’ ritirati dal mercato, specie sui deal più grandi”.
“Nel 2024 ci aspettiamo un numero di deal decisamente maggiore dell’ultimo anno. Non è un momento facile nel fundraising. – spiega Walter Ricciotti, ceo e co-fondatore di Quadrivio Group – Vediamo una polarizzazione tra fondi che raccolgono molto bene e altri che sono in difficoltà”. Si assiste quindi a una maggiore selettività da parte degli investitori.
Mario Fera, amministratore delegato di Clessidra Capital Credit sgr, spiega che: “Il 2024sarà un anno molto importante per gli investimenti, dove vediamo delle grosse opportunità e un grande spazio per Clessidra per offrire degli strumenti interessanti. Per quanto riguarda il mondo del turnaround e restructuring il 2023 è stato un anno molto intenso, siamo entrati nel mondo degli npl e utp massivi. I nostri fondi distressed hanno chiuso il periodo di investimento, quindi il 2024 sarà un anno di studio per poi tornare sul mercato nel 2025 con un nuovo fondo di debt restructuring”.