G Rent, tra real estate e innovazione. L’intervista a Emiliano Di Bartolo
G Rent nasce nel 2019 con l’obiettivo di essere una proptech company all’avanguardia che opera nel settore dell’hospitality di immobili di lusso. Oggi la società è specializzata anche nella gestione di building per la clientela corporate e opera attraverso due linee di business: Santandrea Top Rent – Luxury Houses che offre servizi dedicati a clientela privata per la gestione in full outsourcing di immobili di altissimo pregio destinati allo Short Rent e Gabetti Short Rent – Corporate Houses con una offerta per investitori e sviluppatori per la gestione in full outsourcing di pacchetti di unità immobiliari destinate allo Short, Medium e Long Rent per una clientela che si sposta per motivi di lavoro. Per capire le caratteristiche e potenzialità di questo settore, Financecommunity ha intervistato Emiliano Di Bartolo (in foto), amministratore delegato di G Rent.
Secondo il vostro osservatorio come sta cambiando la percezione della casa nelle nuove generazioni?
Ci sono due fattori da tenere in considerazione. Il primo è che le giovani generazioni hanno difficoltà ad accedere a un mutuo a lunga scadenza e a potersi permettere un investimento immobiliare da centinaia di migliaia di euro. Ma non è solo una questione di possibilità: manca anche la volontà di farlo. La vita lavorativa di una persona, specie giovane, è ormai meno legata alla stessa azienda nella stessa città, come in passato. È invece sempre più comune cambiare città o perfino nazione nel corso della propria carriera. Quindi, la casa da proprietà si sta cominciando a vedere come un servizio, qualcosa da utilizzare finché serve e da cambiare sulla base delle proprie necessità. L’affitto, quindi diventa una scelta permanente, anche per professionisti affermati, a patto però di avere una serie di servizi accessori all’affitto. Per esempio, palestre e spazi di coworking interni allo stabile. Nel prossimo futuro, il mercato immobiliare vedrà consolidarsi questa nuova tendenza all’interno del segmento proptech, incentrata sul principio della casa come servizio, dove l’accesso è più importante del possesso. Una tendenza che vediamo soprattutto nelle grandi città, che attirano lavoratori anche dall’estero, come Milano e Roma, dove i prezzi degli appartamenti hanno avuto negli ultimi anni un’importante crescita. Qusto perché l’informatizzazione e l’uso delle nuove tecnologie permetterà di automatizzare completamente tutti i processi dell’abitare, a partire dalla selezione della casa nelle nostre building, alla sua personalizzazione, fino al contratto di affitto e al check in/check out. Tutti i processi paper free saranno completamente digitalizzati e permetteranno all’utente di prendere possesso dell’abitazione anche con contratti a medio lungo periodo, esclusivamente con un processo di registrazione online e una carta di credito.
Ritenete che il trend del lusso nel real estate sia destinato a durare?
Certamente sì, è un trend destinato non solo a durare, ma a crescere. Quello del lusso è un mercato molto stabile e solido ed è un segmento anticiclico all’interno dell’immobiliare, che non segue gli andamenti del resto del mercato, anzi si rafforza proprio quando il resto del comparto fa più fatica. Chiaramente parliamo di un contesto solido e con prospettive di crescita generale, quale può essere ad esempio quello di Milano. Qui il mercato del lusso e quello immobiliare più generale hanno una vicendevole influenza positiva: progetti di fascia alta e altissima come il Bosco Verticale, inseriti nel contesto e nel momento giusto, permettono di valorizzare anche il contesto circostante. E allo stesso tempo non si può pensare di andare a proporre un’offerta premium price in un contesto di fascia bassa o in estrema periferia, serve intorno uno scenario comunque di buon livello e pronto a essere valorizzato.
Come si è strutturata l’operazione realizzata con Gruppo Gabetti? Perché è importante?
L’operazione sarda riguarda un complesso molto prestigioso composto da 15 ville di lusso progettate dalle archistar Massimiliano e Doriana Fuksas all’interno dell’esclusivo “Is Molas Resort” a Pula, nel sud della Sardegna. Abbiamo portato avanti l’accordo insieme a Gabetti Home Value, divisione del Gruppo Gabetti, che si occuperanno della vendita e promozione dello sviluppo immobiliare. Noi come G Rent invece ci dedicheremo alla locazione a breve termine, short rent, delle ville. L’operazione rafforza il nostro percorso di crescita, aumentando il valore del nostro portfolio con un’offerta prestigiosa di ville dall’ampia metratura costruite in materiali naturali e dotate di giardino e piscina privati.
Quali sono i vostri progetti per il futuro?
Intendiamo continuare a crescere e rafforzare il nostro portfolio, da un lato, acquisendo immobili di altissimo pregio, all’interno di contesti turistici molto strutturati e articolati, come nel caso di Is Molas. Dall’altro, stiamo articolando il nostro modello di business, focalizzandoci sempre più sul principio della casa come servizio, consapevoli che il processo di ricerca dell’abitazione prevederà in futuro una completa disintermediazione e una forte semplificazione rispetto a quanto avviene normalmente oggi, ponendoci l’obiettivo di puntare a un portafoglio di appartamenti in built to rent gestito con un processo interamente digitalizzato di almeno 400 unità entro il 2026. Crediamo molto nei vantaggi che l’innovazione tecnologica può portare anche a un settore all’apparenza “materiale” come l’immobiliare: tutti i processi dell’abitare possono venire del tutto automatizzati, dalla ricerca della casa all’interno delle nostre strutture, alla sua personalizzazione, fino a contratti di affitto completamente paper free, anche sul medio-lungo periodo, firmabili avendo bisogno solo di un processo di registrazione online e una carta di credito.