Mediobanca, gli azionisti bocciano l’ops su Banca Generali

L’assemblea degli azionisti di Mediobanca ha definitivamente affossato il progetto di acquisizione di Banca Generali attraverso l’offerta pubblica di scambio. La proposta dell’amministratore delegato Alberto Nagel (in foto) non è riuscita a superare lo scoglio del voto assembleare, fermandosi a una percentuale insufficiente di consensi.

L’operazione, annunciata ad aprile scorso, avrebbe dovuto rappresentare il tassello finale nella strategia di Mediobanca per consolidare la propria posizione nel settore del wealth management a livello internazionale. Il mancato via libera dell’assemblea chiude definitivamente questa possibilità, almeno per il momento.

I numeri dell’assemblea

Durante l’assemblea, che ha visto la partecipazione del 78% del capitale sociale, i sostenitori dell’operazione hanno raggiunto soltanto il 35% delle quote complessive. Tra questi, il 25% era rappresentato da fondi e investitori istituzionali, mentre il restante 10% da investitori privati.

Il fronte dell’opposizione si è articolato in due componenti: i contrari diretti, che hanno totalizzato il 10% del capitale (sostanzialmente riconducibili al gruppo Caltagirone), e gli astenuti, che hanno pesato per il 32% delle quote.

Particolarmente significativa la composizione del blocco degli astenuti: Delfin con circa il 20%, le principali casse previdenziali italiane (Enasarco, Enpam e Forense) per il 5%, alcuni importanti gestori patrimoniali come Amundi, Anima e Tages per il 3%, Edizione Holding dei Benetton per il 2% e Unicredit per un ulteriore 2%.

Le parole di Nagel: “Conflitti di interesse evidenti”

L’amministratore delegato di Piazzetta Cuccia non ha nascosto la propria delusione al termine dell’assemblea, definendo l’esito “un’opportunità perduta”. Nagel ha puntato il dito contro quelli che ha definito “evidenti conflitti di interesse” di alcuni azionisti, accusati di aver anteposto interessi legati ad altri asset italiani rispetto a quelli specifici di Mediobanca.

“È evidente che chi non si trovava in questa situazione di conflitto ha votato a favore”, ha sottolineato il banchiere, riferendosi in particolare al mercato e agli investitori che hanno seguito le raccomandazioni dei consulenti per il voto internazionali.

Nonostante la battuta d’arresto, Nagel ha confermato l’impegno a proseguire con il piano strategico “One Brand – One Culture”, manifestando la convinzione che questa strada genererà maggior valore rispetto all’alternativa rappresentata dall’offerta di Monte dei Paschi.

Le reazioni dei mercati

I mercati hanno immediatamente registrato l’esito dell’assemblea con movimenti al ribasso. Banca Generali ha accusato il colpo più pesante, perdendo oltre il 2,4% e chiudendo a 49,74 euro. Anche Mediobanca ha subito una contrazione, seppur più contenuta (-0,52% a 21,17 euro), mentre Monte dei Paschi di Siena ha ceduto l’1,3%, attestandosi a 8,11 euro.

michela.cannovale@lcpublishinggroup.com

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