M&A in aumento del 9,5% nel 2025. Lo stima EY-Parthenon
In Italia il mercato M&A si conferma dinamico, con circa 1.350 operazioni previste per un valore complessivo di 70 miliardi di euro, in aumento del 9,5% rispetto al 2024. A fungere da traino sono stati i megadeal, ovvero le operazioni superiori a 1 miliardo di euro, con valori medi in crescita. Sono le stime proprietarie che EY ha presentato nel corso del digital talk “Investire in Italia. Ma come? Previsioni sul 2026”, con il contributo di Oxford Economics e di rappresentanti del mondo delle imprese.
Relativamente all’attività M&A per il 2025, a fine novembre sono state annunciate oltre 1.200 operazioni, per un valore, qualora noto, di 66 miliardi di euro, con una stima di circa 1.350 operazioni con target in Italia per l’anno 2025, in linea con il 2024. I fondi di private equity e infrastrutturali hanno avuto un ruolo centrale, rappresentando oltre il 45% delle operazioni su target italiane, con oltre 600 operazioni stimate nel 2025, con una forte incidenza degli add-on tramite portfolio companies (48%).
GLI INVESTIMENTI ALL’ESTERO DELLE AZIENDE ITALIANE
Le aziende italiane confermano una solida propensione all’investimento all’estero: nel 2025 stimiamo oltre 300 operazioni annunciate per un valore, dove disponibile, superiore a 22 miliardi di euro, concentrate soprattutto in Stati Uniti, Spagna, Germania, Regno Unito e Francia. Il comparto industriale rappresenta il 26% delle transazioni outbound, mentre il settore tecnologico mostra una crescita significativa, passando dal 16% del 2024 a oltre il 22% nel 2025. Gli investimenti outbound delle aziende italiane sui mercati esteri hanno registrato un incremento dell’11% in numero e superiore al 50% in valore.
LE PROSPETTIVE PER IL 2026
Secondo le stime EY, il Pil italiano nel 2025 è previsto in crescita dello 0,5%, sostenuto principalmente dall’andamento positivo dei consumi (+0,8%) e degli investimenti (+3,2%). La domanda estera, invece, avrà un impatto negativo sulla crescita, con esportazioni in aumento dell’1,2% e importazioni del 3,2%, a conferma delle turbolenze sul fronte del commercio internazionale.
Per il 2026 EY prevede una crescita moderatamente più dinamica del 2025 (+0,7%), dovuta principalmente all’andamento positivo dei consumi privati e a un ruolo ancora positivo ma meno dinamico degli investimenti (+1,2%). La crescita più contenuta degli investimenti è riconducibile a una contrazione degli investimenti in abitazioni (-2,7%) e soprattutto a una crescita più moderata degli investimenti non residenziali, che passano da una crescita attesa del 12,6% nel 2025 a una crescita del 3,8%.
Il contributo della domanda estera resterà negativo anche nel 2026, con un rallentamento di importazioni ed esportazioni che porterà le esportazioni nette a sottrarre 0,4 punti percentuali alla crescita. L’impatto dei dazi statunitensi sul Pil italiano è stimato in -0,1% per il 2025 e, nelle ipotesi più sfavorevoli, fino a -0,5% nel 2026.
I COMMENTI
Marco Daviddi (in foto), managing partner di EY-Parthenon in Italia, commenta: “Il 2025 ha confermato la capacità di tenuta del sistema economico italiano in uno scenario globale segnato da forti tensioni commerciali e cambiamenti strutturali. La crescita, seppur moderata, è stata sostenuta da consumi e investimenti, con un’attività M&A ancora vivace e una buona performance delle aziende italiane sui mercati esteri. Tuttavia, restano criticità come la bassa produttività e le dinamiche demografiche. Nel 2026 prevediamo una crescita sostanzialmente in linea con il 2025 e non particolarmente influenzata dalle dinamiche esterne. L’Italia è chiamata a cogliere tre opportunità strategiche: rafforzare il ruolo di ponte tra Nord e Sud guardando alle economie emergenti, adottare l’Intelligenza Artificiale come vero abilitatore di competitività e continuare a ridurre i costi sistemici del fare impresa, attraverso investimenti infrastrutturali, energetici e maggiore sinergia nella gestione logistica. In uno scenario incerto, la reattività delle imprese italiane sarà fondamentale per affrontare le nuove sfide”.
Mario Rocco, valuation, modelling and economics leader, di EY-Parthenon Italia, ha aggiunto: “Nonostante, le dinamiche macroeconomiche e geopolitiche internazionali continuino a esercitare pressioni sull’economia italiana, nel complesso Il Paese mantiene una traiettoria di crescita moderata. Permangono tuttavia alcuni fattori di rischio nel breve periodo: l’incertezza legata alle tensioni globali e possibili nuove pressioni sui prezzi, soprattutto per i beni energetici, potrebbero influire negativamente sull’inflazione; inoltre, la concorrenza estera, nel medio periodo, e i prezzi delle commodity, nel breve, seppur in calo, restano elevati e possono rallentare ulteriormente l’attività industriale. A queste si aggiungono sfide strutturali come l’invecchiamento della popolazione e la bassa produttività del lavoro. Per affrontare questo scenario, è fondamentale combinare leve finanziarie, investimenti mirati e competenze digitali e nell’intelligenza artificiale”.