AIPB: risultati e prospettive incoraggianti per il Private Banking
Si è svolta oggi l’Assemblea degli Associati 2023 dell’Associazione Italiana Private Banking (AIPB). I risultati raggiunti dall’Industria nel 2022 e le prospettive per l’anno in corso, elaborate con il supporto di Prometeia, sono stati presentati durante la conferenza stampa “Private Banking: risultati e prospettive incoraggianti”.
“Il modello di servizio del Private Banking, fondato sulla gestione professionale dei patrimoni privati, ci ha consentito di raggiungere nel 2022 risultati al di sopra delle aspettative grazie ad un netto recupero nella seconda parte dell’anno, nonostante uno scenario di mercato caratterizzato da un drastico calo sia del comparto obbligazionario che azionario. La capacità di costruire soluzioni di investimento basate sui bisogni dei nostri clienti e di adattare i portafogli in funzione di repentini cambi di scenario è stata apprezzata ed è stata ricambiata da una costante fiducia dei clienti e da un ottimo risultato in termini di nuova raccolta”, ha commentato Andrea Ragaini, Presidente di AIPB.
“Per l’anno in corso, nonostante il quadro macroeconomico e finanziario rimanga complesso, ci aspettiamo un proseguimento della ripresa delle masse gestite dall’industria Private”, prosegue Ragaini. “Sulla spinta di segnali confortanti, quali un rallentamento meno pronunciato della crescita economica e una politica monetaria meno restrittiva, assisteremo a una accelerazione degli investimenti finanziari, in particolare verso il comparto obbligazionario. Il valore aggiunto della consulenza Private, frutto di processi strutturati e competenze qualificate, consentirà alla clientela di trarre pieno vantaggio dall’evoluzione del contesto economico”.
2022: il quadro macroeconomico e finanziario
Nel corso dell’anno passato l’economia mondiale ha dovuto fronteggiare molteplici sfide tra loro connesse (aumento delle tensioni geopolitiche, crisi energetica, il picco dell’inflazione, la reazione restrittiva delle Banche Centrali), i cui effetti fino ad ora sono stati limitati, ma con rischi finanziari crescenti. In questo quadro di forte incertezza l’economia globale è riuscita a rimanere positiva e quella italiana ha registrato una crescita decisa (+3,8% vs USA +2,1% vs UEM +3,5%).
I mercati finanziari internazionali hanno mostrato una volatilità elevata, con un aumento eccezionale dell’instabilità dei titoli di Stato, più pronunciata rispetto a quello dei corsi azionari. Gli indici azionari hanno registrato un trend al ribasso rispetto ai massimi storici del 2021, colpiti dall’inflazione elevata e dall’aumento dei tassi di interesse. Anche le obbligazioni hanno mostrato andamenti negativi, al pari di quelli azionari, come non si era mai registrato negli ultimi 50 anni.
La ricchezza finanziaria delle famiglie è scesa, restando comunque al di sopra dei livelli del 2020, con
3.339 miliardi di euro (-3,3% sul 2021). Sulla ricchezza finanziaria delle famiglie ha pesato l’effetto negativo dei mercati finanziari (-5,7% vs +2,8% del 2021) e il rallentamento dei flussi di risparmio (+2,4% vs +3,5% del 2021), determinata dalla riduzione della propensione al risparmio scesa al 7,9% rispetto al 13% registrato nel 2021).

2022: il Private Banking e il ruolo della consulenza professionale
La ricchezza gestita dal Private Banking ha segnato una ripresa negli ultimi mesi dell’anno, realizzando una chiusura migliore delle attese a 994 miliardi di euro (949 la previsione di ottobre 2022). La variazione degli asset è stata complessivamente vicina a quella degli altri canali (-4,1% del PB vs -3,0%) per la crescita della raccolta netta più che doppia (+4,0% del PB vs +1,7%), nonostante la maggiore esposizione dei portafogli ai mercati finanziari (-10,5% del PB vs -3,7%).

Nel corso del 2022 il Private Banking ha mostrato capacità di attrazione sia verso la clientela, come dimostrato dalla raccolta netta, sia come modello di servizio, come evidenziato dall’entrata di nuovi operatori nel suo perimetro. Il settore ha, infatti, ottenuto risultati ampiamente positivi in termini di raccolta netta (42 miliardi) e di apporto da nuovi player (24 miliardi), facendo registrare nel complesso il migliore flusso in entrata degli ultimi 7 anni (66 miliardi vs 53 nel 2021).
Complessivamente, la ricchezza confluita verso gli investimenti è stata doppia per il Private Banking rispetto agli altri operatori (44 vs 24). Quasi l’80% della raccolta è stata destinata ai titoli amministrati, verso i quali sono confluiti 34 miliardi (vs 14 degli altri operatori).

2023: lo scenario macroeconomico e finanziario
Le prospettive per l’anno in corso del Private Banking forniscono uno scenario ancora complesso, con alcuni segnali di ripresa. Appaiono superate le attese di recessione per l’anno in corso (PIL: Italia +0,7% da +0,3%; UEM +0,7% da +0,6%; USA +0,7% da +0,3%) grazie al rallentamento meno marcato del 2022 e ai segnali positivi dai primi indicatori disponibili sul 2023. Le nuove tensioni finanziarie dei primi mesi dell’anno e il progressivo rientro dell’inflazione lasciano spazio ad attese di una politica monetaria meno aggressiva: +50 pb nell’UEM e tassi invariati negli USA per tutto il 2023.
Anche i mercati azionari sono visti in ripresa nei primi mesi del 2023, sostenuti da aspettative di utili più alti per il minor rialzo dei tassi d’interesse. La previsione di politiche monetarie meno restrittive, la tenuta dei margini delle imprese e la riduzione nei costi dell’energia stanno alla base, secondo Prometeia, delle attese di crescita media annua dei mercati azionari tra il 10% e il 20% nel triennio 2023- 2025. È prevista, inoltre, una graduale normalizzazione delle curve dei tassi, con i rendimenti a breve attesi in discesa già a partire dal 2023 mentre quelli a lungo termine ancora in salita fino a fine anno.

La ricchezza finanziaria delle famiglie italiane crescerà nel 2023 (+2,8%) senza recuperare i livelli del 2021 (3.433 vs 3.452 del 2021). La formazione di flussi disponibili per essere investiti in attività finanziarie potrebbe toccare un punto di minimo degli ultimi 10 anni per una flessione della propensione al risparmio (6,7%) e del reddito disponibile reale delle famiglie (-0,9%), con una variazione dei consumi che resterà invece lievemente positiva (+0,6%).
2023: le previsioni per il Private Banking
A fine 2023 gli asset affidati al Private Banking dovrebbero attestarsi a 1.047 miliardi di euro, riportandosi sopra i livelli del 2021 e mostrando ancora una volta la capacità di recuperare velocemente le perdite subite in un anno eccezionalmente negativo. Il ritorno alla crescita del settore sarà molto più consistente rispetto agli altri operatori del sistema (+5,3% del PB vs 1,8%), grazie alla maggiore capacità di attrarre nuova raccolta (+33 miliardi vs +23 degli altri operatori) e di cogliere le opportunità di investimento nei mercati (+2,0% la rivalutazione della ricchezza gestita dal PB vs 0,8% degli altri operatori).

Il valore di una gestione professionale dei patrimoni privati permetterà di indirizzare il risparmio privato verso gli investimenti finanziari. Nel 2023 proseguirà il percorso di ricomposizione dei portafogli del Private Banking, riducendo l’accumulo di liquidità in misura maggiore rispetto agli altri operatori (raccolta diretta -1,7% del PB vs. -0,3% degli altri operatori), soprattutto a favore della raccolta amministrata (12,0% del PB vs. 7,1% degli altri operatori) con un fortissimo contributo della nuova raccolta (10,2% su 12%). La risalita dei rendimenti obbligazionari ha riaperto opportunità di rendimento su un comparto storicamente apprezzato dalle famiglie italiane, cioè i titoli obbligazionari (specialmente titoli di stato). Anche sulla raccolta gestita (fondi e gestioni patrimoniali) si prevede una crescita maggiore rispetto agli altri operatori (5,0% del PB vs. 4,0%), grazie all’importante contributo dell’effetto mercato (2,9% su 5%), con una previsione di miglioramento, nel corso dell’anno, delle performance azionarie e la rivalutazione dei fondi obbligazionari, atteso dopo lo stop nell’aumento di tassi di interesse. I prodotti assicurativi, invece, cresceranno in linea con gli altri operatori (3,9% del PB vs. 4,2%).
